Noi, quelli del 24/6

“E RICORDATI, SE HAI BISOGNO DI QUALCOSA SONO SEMPRE DISPONIBILE 24/6”. Non c’è bisogno di raccontare nei dettagli la cultura americana, ormai largamente diffusa anche su questa sponda dell’Oceano, per far comprendere cosa significhi l’espressione 24/7. I servizi e i lavori che non conoscono interruzioni, i negozi che non abbassano mai la saracinesca, il ritmo incessante di una produttività che non ammette soste, non conosce orari e spesso non consente riflessioni. Ma gli ebrei, osservanti o meno poco importa, come ricorda una memorabile vignetta del New Yorker, devono fare i conti con una propria concezione del tempo. E pur rendendo omaggio alle esigenze della produttività, a questa logica devono opporre un’eccezione. Per tutti, qualunque sia il loro orientamento religioso o culturale, conoscere la scansione del tempo ebraico è importante. Perché noi, a meno che non si tratti di far fronte a gravissime emergenze o di tutelare l’integrità della vita umana, siamo quelli del 24/6, non possiamo essere quelli del 24/7. Questa settimana un caro amico della redazione, Angelo Eithan, compie 13 anni e giunge alla soglia della sua maggiorità ebraica. Dedichiamo a lui e a tutti i suoi coetanei che prendono in mano i destini della più antica realtà ebraica della Diaspora, una novità piccola nella grafica, ma grande nel suo valore. Il lettore troverà sulla home page del Portale dell’ebraismo italiano gli orari di inizio e di fine del settimo giorno.