leader/crisi
Nel momento che precede il passaggio del Mar Rosso da parte del popolo ebraico, assistiamo a una strana conversazione tra Dio e Moshè. Moshè prega per la salvezza del popolo e Dio gli risponde di non pregare e di dire al popolo di partire. Il midràsh dà due spiegazioni diverse di ciò che dice Dio. 1) La tua preghiera non è necessaria perché c’è già stata la preghiera del popolo ebraico. 2) Non è il momento di pregare ma di agire. Il popolo deve partire, cioè deve dimostrare la propria fiducia in Dio entrando in acqua. Comune alle due spiegazioni è la richiesta a Moshè di tenersi in disparte e di lasciare l’iniziativa al popolo ebraico. Secondo R. Simcha Hacohen di Dvinsk, nel passaggio del mare, Moshè non è alla testa del popolo ma nella retrovia. In questa stessa parashà abbiamo due “eroi”, uno negativo e uno positivo: il faraone e Moshè. Il primo è alla testa d tutto il suo popolo all’inseguimento degli ebrei. Moshè invece segue il popolo che entra nelle acque che si aprono al suo passaggio. Il faraone sembra molto più eroico di Moshè eppure è vero il contrario. Il faraone è sì alla testa del suo popolo ma lo strumentalizza per i suoi fini e lo porta alla rovina. Moshè è invece un leader che è capace di condurre il popolo e di stare alla sua testa in molte situazioni ma anche a mettersi in disparte quando è necessario per far emergere le qualità della collettività.
Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano
Sessanta leader delle maggiori organizzazioni ebraiche si sono recati a Capitol Hill per premere su deputati e senatori a favore di una rapida approvazione del pacchetto di stimoli economici contro la recessione. In passato simili blitz politici sono avvenuti per sostenere la sicurezza di Israele, combattere l’antisemitismo o affermare i principi della divisione fra Stato e Chiesa. Ma in questo periodo l’emergenza che assedia le comunità americane è la povertà, che sta flagellando il ceto medio. Basti pensare che in alcune aree della California, della Florida e del Mid-West si registrano numerosi casi di ex benefattori obbligati a ricorrere ai voucher governativi per il cibo.
Maurizio Molinari, giornalista