precetti/ronde
Faremo e ascolteremo è lo “slogan” che compare nella parashà letta ieri; è una delle affermazioni qualificanti, secondo la tradizione midrashica, del popolo ebraico. In apparenza il predominio della prassi sulla comprensione. Fatto strano, se si pensa che un famoso passo talmudico arriva all’ unanime conclusione che è più importante lo studio dell’azione perché il primo conduce alla seconda. E d’altra parte: come è possibile adempiere ad un precetto se prima non lo si è ascoltato? Come osservare lo Shabbat se prima non se ne conosce l’esistenza e la sostanza? Faremo ed ascolteremo, piuttosto che esaltazione della pura prassi – come spesso si intende con una lettura forzata che cancella l’ascolteremo – va forse inteso come saremo sempre pronti a fare ciò che da Te ascolteremo.
Benedetto Carucci Viterbi, rabbino
Intorno al decreto legge sulle “associazioni tra cittadini non armate” (più immediatamente definite “ronde”) molti hanno espresso il loro sollievo, altri le loro perplessità. E’ sempre azzardato esprimere a priori un giudizio ed è vero che l’onere della prova rimane fondamentale. Non è forse vero che esiste una “guardia civica” (per di più anche armata) in realtà statuali europee, senza che per questo ciò abbia rappresentato la diffusione della violenza privata? Ma è così improprio domandarci: qual è in quelle realtà il senso e la misura della lealtà verso lo Stato? Nessuna forma di partecipazione alla vita pubblica significa una abbassamento del tasso di democrazia in una società. Ma appunto il problema non è il tasso di partecipazione, è l’educazione civica cui allude quella “voglia di partecipazione”. E’ così fuori luogo domanderselo?
David Bidussa, storico sociale delle idee