L’Iran, il Coni e la Conferenza sul razzismo

Quel che non è pensabile fare nei confronti di alcun paese appare possibile con Israele. L'”alto” rappresentante europeo Solana, abbandonando ogni diplomazia, ammonisce che Netanyahu primo ministro sarebbe un guaio. Tutti mettono bocca sulla composizione che dovrebbe avere il nuovo governo israeliano. E i commentatori non sono da meno. Cristopher Hitchens si scaglia sul Corriere della Sera con parole di fuoco contro Avigdor Lieberman, sentina dell’universo: neanche un decimo di questa violenza viene usata nei confronti dei propositi di distruzione di Israele del fronte iraniano.
A questo proposito appariva sconcertante la decisione dell’amministrazione statunitense di partecipare alla preparazione della Conferenza di Ginevra sul razzismo (la cosiddetta Durban 2) per “raddrizzarla” e tentare anche per questa via un dialogo col fronte estremista capeggiato dall’Iran. Raddrizzare le gambe un cane al confronto è un’impresa realistica. La bozza preparatoria della Conferenza è talmente allucinante da far impallidire Durban.
Per fortuna, le ultime notizie dicono che l’amministrazione Obama ha deciso di ritirarsi dalla Conferenza, avendo evidentemente constatato che non c’è nulla da fare. Frattanto, nella stessa ottica con cui si sperava di raddrizzare le gambe della Conferenza sul razzismo, il ministro Frattini si accinge ad aprire una trattativa con Ahmadinejad, senza ottenere nessuna concessione preliminare, neppure quella di smettere di parlare della distruzione di Israele e di tenere propositi negazionisti. In questo contesto che cosa deve fare il Presidente del Coni Pescante? Si adegua al comportamento del governo italiano che si macchia della colpa di subire l’esclusione di Israele dai Giochi del Mediterraneo. Quantomeno poteva stare zitto.

Giorgio Israel, storico della scienza