Purim/vergogna

E’ scritto nella Meghillà: “Il primo mese, cioè il mese di Nissan, il decimosecondo anno del re Assuero, si gettò il pur, cioè la sorte (Ester, 3,7)”. Non sarebbe stato forse più semplice e immediato dire: “Si gettò la sorte” di Israele, senza usare prima il termine persiano pur e poi la sua traduzione ebraica? Questo è il senso di Purìm: ogni ebreo, per il suo bene, deve imparare a valutare ciò che accade attorno a lui e a tradurlo in termini ebraici. Il pericolo per noi inizia nel momento in cui si accetta la storia così com’è nell’incapacità di interpretare i veri intendimenti dei nemici nascosti, siano essi in carne e ossa oppure travestiti da ideologie. (Itzkhàk Hutner)

Roberto Colombo, rabbino

Questa settimana cade il terzo anniversario della scomparsa di mio padre, il giornalista ebreo Massimo Della Pergola, l’ideatore della Sisal e del Totocalcio, che amava Israele, tanto è vero che tutti i suoi nipoti e bisnipoti vivono là. Grazie al concorso pronostici sul calcio, lo Stato italiano e il Coni hanno potuto incassare cifre favolose che hanno permesso allo sport italiano di risollevarsi dopo la Seconda Guerra Mondiale, di conseguire mète ambite come l’organizzazione dei Giochi Olimpici invernali a Cortina nel 1956, le Olimpiadi di Roma nel 1960, i campionati mondiali di calcio nel 1990, e di vincere molte prestigiose medaglie. Ora l’Italia organizza i XVI Giochi del Mediterraneo a Pescara e, causa il boicottaggio arabo, Israele ne sarà ingiustamente esclusa così come lo è stata nelle precedenti quindici edizioni, inclusa Napoli nel 1963 e Bari nel 1997. Il regolamento prevede che per l’ammissione di un paese ai giochi sia necessaria l’approvazione di due terzi dei 23 paesi membri. I paesi arabi o musulmani sono otto e quindi occorrerebbe una maggioranza di 16 voti per ammettere Israele (e magari anche la federazione palestinese). Ma, vedi caso, i voti disponibili sono solamente 15. Questi sofismi consentono l’ignobile e illegale boicottaggio sportivo di Israele da parte dei paesi arabi. Il fatto che ciò venga tollerato sul territorio italiano, e in passato in paesi come la Francia e la Spagna, è vergognoso. I dirigenti che si rendono complici di questo scandalo che snatura lo sport sono o degli sprovveduti perché non hanno saputo evitarlo, o dei pavidi perché non hanno voluto. Sarebbe stato più dignitoso rinunciare all’organizzazione dei giochi piuttosto che sottostare a un ricatto che continua da 60 anni. A Mario Pescante, deputato del PdL, già presidente del Coni, e ora Commissario delegato dal Governo, a Gianni Petrucci, presidente del Coni, a Raffaele Pagnozzi, segretario generale, vogliamo inviare un messaggio chiaro e semplice: né voi né i vostri colleghi sareste al posto in cui vi trovate oggi se non ci fosse stato Della Pergola che con la sua idea ha fatto rinascere lo sport italiano. E al di là di ogni considerazione politica, quanta ingratitudine nei confronti di Massimo Della Pergola, l’ideatore della Sisal che amava Israele.

Sergio Della Pergola, demografo, Università Ebraica di Gerusalemme