caso/sguardi
Ci accingiamo a celebrare Purim, la festa delle sorti. Il protagonista negativo della vicenda che viene ricordata è Haman, discendente di quel Amalek citato in una delle letture bibliche di ieri. Ciò che li accomuna, ad un’attenta lettura dei testi che ne parlano, è una visione della realtà dominata totalmente dal caso. A questa visione si contrappongono Mosè e Mordechai che, con il loro agire, ci indicano un disegno di cui ciascun essere umano, con diversa consapevolezza, è portatore.
Benedetto Carucci Viterbi, rabbino
C’è un senso comune consolidato in Italia che identifica la “violenza sulle donne” come l’effetto dell’emergenza immigrazione. E’ la conseguenza di un essenzialismo culturale e di una doppia falsa coscienza: da una parte il trasferimento sui soli immigrati di un fenomeno consolidato da sempre nella società italiana; dall’altra il peso di due ideologie, diffuse in proporzioni diverse in tutto l’arco politico italiano. Ideologie apparentemente contrarie, ma in realtà omologhe: quella del paternalismo e quella del buonismo, accomunate da uno sguardo “assistenzialista” sugli “altri” incapaci di essere “responsabili”. Questo perché, secondo i paternalisti, essi sono “selvaggi da rieducare”; oppure, secondo i buonisti”, “portatori di una cultura” di cui non si discutono gli aspetti autoritari, confondendoli come “autentici” e dunque da accogliere in nome del “rispetto alle culture altrui”. Un essenzialismo culturale che in tutte le versioni in cui si manifesta non ha molto a che vedere con la democrazia moderna.
David Bidussa, storico sociale delle idee