Fumetto – Quando la strip è avvelenata di antisemitismo
La parola fumetto è stato spesso associata a distrazione, intrattenimento, leggerezza. Tant’è che in Italia esiste ancora una percezione dello stesso come prodotto “non culturale” o non serio. Così si rischia di prestare poca attenzione all’uso scorretto e maligno che alcuni ne hanno fatto e che probabilmente ne fanno ancora. Anche l’antisemitismo gioca un suo ruolo in quest’arte figurativa. Fin dalle origini ha marcato il territorio.
Proprio di recente in Francia Coconino World, che ha realizzato un progetto per un archivio on line di tutto ciò che è arte visiva, ha riprodotto nel suo canale Classics, l’opera antisemita di Caran d’Ache (nell’immagine una sezione dell’opera), un carnet di assegni dove l’autore franco-russo tratteggiava tutti i classici cliché dell’antisemitismo. Non era l’unico autore tra i primi a disegnare fumetti, a preoccuparsi di sostenere quella causa. Era ben accompagnato da Adolphe Willette, altro grande illustratore e caricaturista dell’epoca, che si preoccupò perfino di presentarsi come unico candidato nel partito antisemita, nelle elezioni del 1899 in pieno affaire Dreyfuss. Caran d’Ache era di origini francesi, ma nato in Russia, dove il nonno, dopo la sconfitta napoleonica, si era fermato per rifarsi una vita. Il giovane Emmanuel Poiré, questo era il suo vero nome, dopo essere rientrato in Francia, decise di intraprendere il lavoro di illustratore e caricaturista, partecipando, forse involontariamente, a quel periodo così sperimentale e innovatore che diede vita all’arte sequenziale. Il fumetto.
Peccato che tutta questa capacità sia stata sprecata nel sostenere una campagna antisemita. Il fumetto non manca neanche durante il periodo fascista. Joe Petrosino, poliziotto statunitense ucciso dalla Mano Nera, la mafia di inizio secolo, diventa il personaggio di un fumetto, realizzato da Ferdinando Vighi. Il fumetto uscì tra la fine del 1938 e l’inizio del 1939, in coincidenza con l’emanazione delle leggi razziste antiebraiche. Le avventure di Petrosino erano spesso violente, dure, perché il poliziotto doveva combattere contro il malvagio Mont Eastman, un tipico bandito e truffatore ebreo, che Vighi disegnava nello stile della peggiore propaganda antisemita. Ma tra le vittime illustri troviamo anche Brick Bradford (nell’immagine a fianco una sezione di questo fumetto) pubblicato su L’Audace, che prima fu chiamato Guido Ventura, per poi diventare Giorgio, visto che il nome Guido era ritenuto un nome sospetto.
La campagna antisemita colpiva anche riviste molto diffuse e toccava la sensibilità del mondo cattolico che si sentiva attaccato dai fumetti statunitensi che erano sopravissuti alla censura. Così la rivista La madre cattolica nel 1938 attaccò L’avventuroso dell’editore Nerbini di Firenze per la pubblicazione di storie a fumetti che si riteneva fossero anticattoliche, editore che aveva commesso l’errore anche di aver tradotto, stampato e diffuso libri di autori stranieri che denigravano la Chiesa di Roma e il cattolicesimo. E per giunta le stesse pubblicazioni venivano vendute ogni mercoledì al Campo dé Fiori di Roma dai venditori ebrei, anch’essi non italiani secondo la rivista cattolica.
La storia però non finisce qui e arriva fino ai giorni nostri. Lo studioso Joel Kotek, professore all’Università di Bruxelles, ha raccolto i suoi studi sulla propaganda antisemita in un libro dal titolo “Cartoons and Extremism: Israel and the Jews in Arab and Western Media”, Mitchell Vallentine & Company – January 2009. Il lavoro del professor Kotek è rivolto allo studio del fenomeno nei media arabi e occidentali, partendo però da una attenta analisi dell’iconografia medievale che sembra non voglia ammuffire nelle cantine. L’argomento è molto delicato, perché negli ultimi vent’anni è esplosa anche una ricca campagna anti-israeliana che spesso sconfina nell’antisemitismo, altre volte in una cattiva, acida, immancabile critica allo Stato di Israele.
Gli studi come quelli di Kotek e di quei studiosi che si occupano di arte sequenziale, sono un mattone importante nella costruzione di una casa di conoscenza e consapevolezza utile a combattere l’antisemitismo.
*Le notizie relative a La madre cattolica e L’avventuroso sono tratte da Stelle e strips di Juri Meda, edizioni Università di Macerata, pag.57
Andrea Grilli