Cristopher Hitchens e la “deriva religiosa dell’esercito”

In un articolo sul Corriere della Sera Cristopher Hitchens parla di «deriva religiosa dell’esercito» in Israele in relazione ad alcune atrocità che sarebbero state commesse durante la guerra a Gaza. Lasciamo da parte il fatto che questi episodi hanno dato luogo a un dibattito e a un diffuso malessere, mentre dall’altra parte le atrocità sono oggetto di vanto, persino con la messa in scena di rappresentazioni macabro-carnevalesche della detenzione del soldato Shalit. Colpisce questa frase di Hitchens: «È giunto il momento che gli Stati Uniti revochino tutti gli aiuti finanziari a Israele che possano venire impiegati anche indirettamente nelle attività degli insediamenti, non solo perché tale colonizzazione rappresenta il furto della terra di un altro popolo, ma anche perché la Costituzione americana ci vieta esplicitamente di spendere denaro pubblico per il sostegno di qualunque fede religiosa». Lungi da chi scrive difendere una qualsiasi forma di fanatismo o integralismo religioso, ma che negli Stati Uniti non sia stato mai speso un dollaro pubblico per il sostegno di qualunque fede religiosa Hitchens può provare a raccontarlo alla sua bisnonna centenaria, se ne ha una: non ci crederà neppure lei. Chissà in quale tasche “laiche” arriva il fiume di dollari che sta invadendo Gaza per la sua ricostruzione. Se questo è il nuovo corso che sta prendendo piede negli Stati Uniti – con tanto di manifestazione di simpatia per gli ayatollah (notoriamente laici), persone “pragmatiche” a parte qualche caduta di stile, a detta di Roger Cohen – allora non si tratta altro che di un rigurgito di cinismo e di opportunismo coperto da un manto di ipocrisia di dimensioni colossali.

Giorgio Israel, storico della scienza