sabato/letteratura
Con l’arrivo del prossimo sabato, chiamato Shabbat ha Gadol, entreremo nel vivo della festa di Pesach. A caratterizzare questo particolare shabbat, oltre le consuete lezioni dei rabbini che in tutto il mondo illustreranno le norme della festa, sarà la lettura di una particolare haftarà, il passo del profeta Malachi, nella quale ci viene annunciata la futura redenzione da parte di Elia, l’araldo del Messia. Nessuna visione di lupi che pascolano con agnelli e neanche armi che si tramutano in falci! Secondo Malachi, ultimo dei profeti, il compito principale di Elia, nell’annunciare l’evento messianico, sarà semplicemente quello di far “tornare il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i loro padri….”. Il paradigma più importante della redenzione sarà quella dell’armonia famigliare e della ricomposizione dei conflitti intergenerazionali. Possiamo difficilmente pensare infatti a una pace tra le nazioni senza la pace nelle famiglie. Non a caso uno dei messaggi fondamentali della festa di Pesach è proprio quello di avviare un dialogo con i nostri figli iniziando a raccontare loro la nostra storia.
Roberto Della Rocca, rabbino
La letteratura israeliana è, come ormai si sa anche da queste italiche parti, grande. Nella sua varietà di voci, ma anche nel suo saper essere un corpo unico, la cui linfa è la lingua, l’ebraico. Quando vedo un libro di Yehoshua, Oz, Appelfeld, Liebrecht, Doron, Kenaz e tanti altri sui banchi di un negozio o sugli scaffali di una biblioteca, sono contenta per mille ragioni. Perché è traccia della mia vita quotidiana, ma soprattutto perché è un atto di giustizia verso questa grande letteratura, così antica e nuova e anche così capace di stare al passo con i tempi. Ma forse non sono ancora in molti a sapere che alle spalle di questi libri così contemporanei in una lingua così atavica, c’è una radice che meriterebbe di essere scoperta. Da Agnon, che per il vero è l’unico “padre” della letteratura israeliana già tradotto in italiano, a Gnessin a Leah Goldberg a Brenner. Ne discorrevano qualche settimana fa a Gerusalemme Roberto Calasso e Amos Oz, e vale davvero la pena ascoltarli.
Elena Loewenthal, scrittrice