contraddizione/governo
Questo sabato sarà Shabbat hagadol, letteralmente “il sabato del grande”, forse “del grande evento”, il nome tradizione del sabato che precede Pesach. Storicamente questo sabato è collegato al decimo giorno del primo mese in cui gli ebrei adempirono all’ordine di prendersi un capretto e tenerlo con sé legato, in preparazione del primo sacrificio pasquale nella notte precedente la liberazione. Il “grande evento” fu quello della mancata reazione egiziana contro gli ebrei. Nella cultura egiziana, vegetariana, prendersi un animale con lo scopo dichiarato di ucciderlo e mangiarselo dopo qualche giorno, era un’offesa, una provocazione. Eppure gli egiziani non fecero nulla agli ebrei. Questa storia, con la mentalità di oggi, è una palese contraddizione al politically correct. Eppure i nostri antenati agirono così, per un preciso ordine divino. E con tutto il rispetto per la cultura vegetariana, che anche tradizionalmente trova importanti sostegni, questa storia dimostra le contraddizioni di alcuni sistemi assoluti; gli egiziani rispettavano gli animali, ma non avevano alcuna riserva a sfruttare e uccidere gli esseri umani.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma
Il quotidiano vilipendio di Israele è una brutta abitudine di certa stampa, ma ogni tanto anche Israele deve fare la sua autocritica. Il nuovo governo Netanyahu esprime un sistema politico troppo frammentato e instabile per poter dare le risposte forti che i molti e urgenti problemi all’ordine del giorno richiederebbero. Dopo le ultime elezioni esistevano diverse formule possibili di governo. In funzione di quali criteri sono state compiute le scelte di Bibi? Cinque le possibili sfere di riferimento: le indicazioni della politica mondiale e delle grandi potenze; le condizioni regionali del Medio Oriente; il bene della società israeliana nel suo complesso; gli interessi globali del popolo ebraico; e le esigenze dei partiti politici. La nuova compagine governativa nasce soprattutto in quest’ultimo senso auto-referente. Trenta ministri e sette sottosegretari di sei diversi partiti costituiscono più della metà dell’intera coalizione parlamentare (inclusi i cinque franchi tiratori) e danno vita a un governo costoso e litigioso. La scissione dei portafogli in nano-dicasteri crea sovrapposizioni, con quattro addetti alla difesa, quattro alla pubblica istruzione e alla cultura, due agli esteri, e due alle telecomunicazioni. Sugli interessi dell’ebraismo mondiale non una parola, salvo la designazione (assolutamente degna) di Yuli Edelstein a Ministro per la Diaspora. Il secondo governo Netanyahu parte con un indice di gradimento del 30% e sono in pochi a credere che potrà completare il quadriennio parlamentare. Comunque, auguri.
Sergio Della Pergola, demografo, Università Ebraica di Gerusalemme