Qui Roma – Lucia Annunziata e l’etica del giornalismo

Lucia Annunziata e un gruppo di giovani giornalisti, o aspiranti tali, in una tranquilla serata primaverile nel cortile dalla scuola ebraica di Roma per rispondere a una domanda “esiste (o esiste ancora) un’etica del giornalismo?”
La Annunziata, giornalista autorevole attualmente editorialista de La Stampa, ha attraversato il lungo corridoio creato fra le lunghe file di sedie prima di giungere a un piccolo palco al centro della sala. Ad attenderla il Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici (nell’immagine assieme a lei) e un gruppo di giovani appartenenti alla Comunità.
“Vogliamo inaugurare un ciclo di incontri sul tema ‘Etica e giornalismo’, ha spiegato nell’aprire la serata Riccardo Pacifici, visto che le ultime vicende della guerra a Gaza, ma forse sarebbe meglio dire a Sderot dal momento che è da lì che è iniziata, ci ha posto una serie di interrogativi sul modo di fare giornalismo”.
Uno schermo gigante ha poi mostrato le immagini della trasmissione di Santoro ‘Annozero’ del 27 gennaio dedicata a Gaza. Trasmissione che la giornalista, ospite della serata, ha abbandonato per protesta contro la faziosità del conduttore. Un lungo applauso del pubblico ha accolto le immagini, ma la Annunziata con fare serio e pacato ha spiegato ” Non l’ho fatto per difendere Israele, ero semplicemente indignata di quanto stava avvenendo, si è trattato esclusivamente di una reazione a livello professionale che aveva a che fare con l’uso delle immagini, con il pubblico invitato, con la posizione assegnata agli ospiti in sala. Ho vissuto in Israele per quattro anni, fra il 1988 e il 1992, dove ero stata inviata per lavoro, e ho imparato in Israele più che in altri posti che non bisogna manipolare le emozioni, che non si può raccontare la guerra attraverso immagini di donne e di bambini che piangono, la guerra va raccontata con una certa freddezza”.
Nella sala affollata, il pubblico ascoltava in silenzio e con attenzione, in prima fila sedeva il rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma e sparsi fra la gente, tantissimi giovani.
I tre giornalisti Daniel Arbib, Giorgia Fargion e Natania Zevi hanno posto alla Annunziata domande a raffica: che cosa ha provato nel rivedere le immagini di quella sera? Pensa che una cosa simile sarebbe potuta avvenire in una trasmissione del genere in un’altra parte del mondo? Che cosa la spinse ad abbandonare la trasmissione? Ritiene che esista un prototipo di giornalista eticamente corretto? Quali rapporti la legano oggi a Santoro?
Le risposte arrivano lentamente, Lucia Annunziata parla a bassa voce con disponibilità e professionalità senza infastidirsi, senza tradire un’emozione, poi riguardo a Santoro si lascia andare a un commento: “Santoro è un grandissimo uomo televisivo, dà voce a soggetti e temi che nella televisione non ci sono e, a maggior ragione, per questo sono intervenuta alla sua trasmissione, ma adesso ho deciso che per due anni non gli voglio parlare…”

Lucilla Efrati e Valerio Mieli