Emil Fackenheim e l’identità ebraica

Nel 1967, immediatamente dopo la guerra dei sei giorni, che aveva fatto pensare a un “secondo olocausto” in Israele, il filosofo Emil L. Fackenheim, che nel 1939 era riuscito a fuggire dalla Germania e aveva trovato riparo in Canada, cominciò a scrivere sulla Shoah. Ne nacque il libro: La presenza di Dio nella storia. Saggio di teologia ebraica, pubblicato nel 1970. A questo seguì nel 1982 il volume: Per redimere il mondo. Fondamenti di un futuro pensiero ebraico.
In America la riflessione di Fackenheim ha contribuito a fare di Auschwitz un momento costitutivo dell’identità ebraica. La memoria delle vittime – questa è la sua tesi – rappresenta un dovere sacro intorno a cui può costituirsi una nuova unità. “La voce di Auschwitz comanda all’ebreo religioso di continuare a lottare insieme al suo Dio […]; proibisce all’ebreo secolare di usare Auschwitz come uno strumento ulteriore per negare Dio. La voce di Auschwitz comanda l’unità ebraica”.

Donatella Di Cesare