estinzione/crisi

Oggi pomeriggio a Terni ci sarà una cerimonia per la collocazione di una lapide nel luogo che gli studiosi (Anna Esposito, in particolare) hanno identificato come sede del cimitero ebraico in uso nel medioevo, quando abitava là qualche famiglia ebraica (c’è tuttora un cognome ebraico che ricorda questa origine, lo portava tra gli altri il rabbino fiorentino d’inizio ottocento Daniel Terni, l’autore degli ‘Iqqare haDaT, dove la T, tet, sta per Terni). Ricordo importante e suggestivo, ma anche stimolante di riflessioni. C’è stata una lunga epoca in cui gli ebrei sono stati sparsi in Italia in una miriade di luoghi, e nella maggior parte di casi si trattava di nuclei di piccole famiglie. Eppure riuscivano non solo a sopravvivere come ebrei ma anche a prosperare. Oggi in Italia (ma anche nel resto della Diaspora) se in una Comunità non c’è una “massa critica” di persone il declino verso l’estinzione appare inevitabile. Sono evidentemente cambiate moltissime condizioni, ma soprattutto è cambiata l’autopercezione della responsabilità e dell’identità. E’ evidente che bisogna ragionare su questo come su una priorità. Sarà bella la cerimonia di oggi, ma è angosciante la prospettiva che qualcuno, tra qualche secolo, in qualsiasi luogo d’Italia, venga a mettere una lapide sul posto dove una volta c’era un cimitero ebraico…

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma

In economia di mercato le crisi dimostrano che i crediti non onorati portano al fallimento dei debitori. In politica internazionale le crisi dimostrano che i crediti non onorati possono portare al fallimento dei creditori. Tutto dipende dall’importanza dei crediti e dei debiti.

Vittorio Dan Segre, pensionato