Il dibattito sulla macellazione rituale

Il Rav Riccardo Di Segni si è soffermato sulla discussione svoltasi nei giorni scorsi al Parlamento europeo in ordine alla macellazione rituale, annotando che “alla fine è passata una normativa accettabile per le organizzazioni ebraiche, ma la partita non si è conclusa, perché dovranno esserci altri passaggi legali e decisionali”.
Torno sull’argomento, perché la macellazione rituale (scechità) ha un ruolo fondamentale nel contrassegnare l’identità ebraica: non a caso il regime fascista si affrettò a vietarla quasi contestualmente all’adozione dei primi provvedimenti razzisti (il 19 ottobre 1938).
Dunque, la Commissione europea ha presentato al Parlamento europeo una proposta di regolamento (COM 2008/0553) destinata a sostituire l’attuale normativa comunitaria sulla protezione degli animali durante l’abbattimento, contenuta nella direttiva 93/119/CE. Attenzione: sostituire un regolamento ad una direttiva significa rafforzare la fonte normativa, dettando una disciplina immediatamente applicabile in tutti gli Stati membri.
Il Parlamento europeo è stato chiamato a una consultazione e, in questa procedura, ha adottato, il 6 maggio, una risoluzione legislativa, che contiene alcune proposte di modifica che invita la Commissione ad adottare.
Per quanto riguarda strettamente il punto della macellazione rituale, il Parlamento ha approvato tre proposte di modifica che mi sembrano significative:
1.l’aggiunta del riferimento, dove essa è richiamata, non soltanto alle tradizioni culturali in genere ma anche specificamente a quelle religiose o di origine religiosa;
2.la soppressione (all’articolo 4, paragrafo 2) del concetto che la macellazione rituale avvenga in deroga alle disposizioni di carattere generale: in questo modo la macellazione rituale trova piena dignità al fianco di quella “ordinaria”, purché avvenga in un macello;
3.gli animali macellati senza stordimento devono essere immobilizzati meccanicamente uno per uno (articolo 12, paragrafo 2) “e storditi efficacemente immediatamente dopo il taglio della gola” (considerando n. 37). E’ questo, mi sembra, il compromesso più delicato: che lo stordimento ci sia, ma soltanto dopo la macellazione.
La parola passa ora al Consiglio dei ministri europeo, che, qualora intenda modificare sostanzialmente la proposta della Commissione, dovrà consultare nuovamente il Parlamento europeo.

Valerio Di Porto, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane