Brand – Le facce, gli idoli e la crisi della politica

Facce di tutti i tipi stanno invadendo i tabelloni elettorali, la spettacolarità dell’immagine traborda, invade televisivamente le case, si impone nelle caselle della posta. Le parole abbondano e ripetono slogan tra il dire e il fare. Insomma, l’immagine sembra proprio vincere, quando i valori sembrano proprio arretrare. E’ lo spettacolo che va in scena, ma non è bello. Tutt’altro. La ritrosia, lo spazio da lasciare agli altri non c’è più. C’è la voglia di prendere e di possedere, e c’è la ricerca di chi possa meglio rappresentare questa scelta. Ma, come sempre, le immagini senza contenuti non si affermeranno, non c’è brand che tenga, se non è portatore di valori, se non soddisfa bisogni, se non ha una funzione pratica o affettiva. È anche per questo che i partiti non esistono più, i loro simboli in verità non simboleggiano nulla, non danno emozioni. Non sono neppure parvenze di simulacri, icone, emblemi. Per ben che vada sono idoli. E’ che purtroppo gli idoli e le loro rappresentazioni in questo stato di cose spesso si affermano. Ma si sa che fine siano destinati a fare gli idoli.

Elio Carmi, vicepresidente della Comunità Ebraica di Casale Monferrato