censimento/Alemanno
La lettura di questo sabato inizia con l’ordine di fare un censimento di tutti gli uomini in età per andare nella tzavà, l’esercito. Strano destino di questa parola che al plurale tzevaot nella Bibbia si accompagna al nome divino, lasciando l’impressione, cara agli antisemiti, che il nostro sia un D. molto militarista. Il fatto è che prima degli eserciti umani la parola, già alla fine della creazione, in Bereshit 2:1, quando c’erano solo Adamo ed Eva, indica le schiere celesti. Con buona pace dei nostri nemici che non si abbassano a discutere certe “sottigliezze”.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma
La visita del sindaco di Roma Gianni Alemanno e della sua folta delegazione a Gerusalemme, Tel Aviv e Acco, ha segnato un altro momento importante nell’avvicinamento di Israele all’Europa e alla comunità dei Paesi del Mediterraneo. È anche parte di un percorso di avvicinamento e di riflessione della destra politica italiana nei confronti della storia ebraica del Ventesimo secolo. Come ci confidava uno dei consiglieri di Alemanno, la cerimonia alla Foresta dei Giusti, o in misura ancora più coinvolgente la precedente visita ad Auschwitz, creano l’imperativo di comprendere anche da parte di chi si è sentito fino a quel momento distaccato o non del tutto coinvolto. Si tratta, presumibilmente, di un processo positivo, irreversibile, da incoraggiare. Resta da capire – ed è certo interessante osservare dall’esterno – quale sia da parte della leadership della comunità ebraica il modo migliore per svolgere questo delicato compito educativo senza dimenticare che del collettivo ebraico fanno parte persone con esperienze, idee e ispirazioni politiche diverse.
Sergio Della Pergola, demografo Università Ebraica di Gerusalemme