numeri/indifferenza
Si discute in questi giorni del numero, da taluni considerato eccessivo, dei membri nel Parlamento italiano. Ma se si riduce troppo, chi rimarrà escluso? C’è una somiglianza, un pò ironica e curiosa, con un precedente biblico. La Torà (Bemidbar, 11) racconta che quando venne nominato il Sinedrio due persone, investite dallo Spirito, cominciarono a profetizzare in mezzo all’accampamento. Un problema, tra l’altro, di ordine pubblico. Ma perché era successo? Per una piccola questione di matematica e parità di diritti. L’ordine divino dato a Moshè era di raccogliere 70 persone per costituire la suprema autorità rappresentativa del popolo. Ma, spiega il Talmud (Sanhedrin 17a), le tribù erano dodici, per cui volendo nominare un numero uguale (sei) di rappresentanti per ogni tribù due persone sarebbero rimaste escluse (6×12=72). Mosè si inventò un sistema per non offendere nessuno, due schede bianche, ma la cosa funzionò solo in parte. Per cui lo Spirito si posò anche sui due in eccesso rispetto al limite posto. Chissà se anche da noi, se e quando il numero dei parlamentari verrà ridotto, gli eletti ed esclusi si metteranno a profetizzare in mezzo all’accampamento.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma
Ci siamo stupiti dell’indifferenza di fronte alla deportazione degli ebrei, ai campi di sterminio? Del fatto che la gente continuasse a fare la sua vita ignorando il fumo dei crematori di Auschwitz? Eppure, l’indifferenza è fra noi, come un ospite quotidiano, la cui presenza ci sembra neutra, senza gravi conseguenze. Semplicemente, non ci pensiamo. Ma eccola l’indifferenza, in tutto il suo orrore, a Scandiano, provincia di Reggio Emilia, dove un ragazzino di quindici anni muore in piscina per un malore fra la gente che, invitata ad uscire, rifiuta di rinunciare al suo bagno, e continua imperterrita a nuotare. Non è un reato, forse, ma vorrei tanto che almeno uno di quei giornalisti sempre pronti ad intervistare la velina di turno avesse preso, di questi indifferenti bagnanti, nome e cognome, età e professione, per pubblicarlii tutti su un giornale, per stanarli dall’anonimato. Sbatti il mostro in prima pagina.
Anna Foa, storica