ebraismo/ipocrisia

Prima del matàn Torà, comè noto, gli ebrei dicono naasè venishmà – faremo e ascolteremo -. Questa frase può essere interpretata in vari modi ma l’interpretazione più diffusa è che il popolo ebraico si impegna a fare anche senza capire. Quest’impegno del popolo sembra contraddire uno dei principi fondamentali dell’ebraismo, l’importanza dello studio ma non è così. E’ fuori discussione che si debba tentare per quanto possibile di approfondire e di capire. Qui però si parla del patto di Dio che precede il dono della Torà. Questo patto è paragonato nella tradizione ebraica a un matrimonio. E un legame matrimoniale si stabilisce per una serie di motivazioni razionali ma anche per qualcosa di indefinibile, di non razionale. Anche il nostro legame con l’ebraismo può e deve essere un legame razionale ma contiene alcuni elementi che vanno al di là della ragione.

Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano

Fin dall’anno dell’indipendenza, nel 1948, il problema del terrorismo ha piagato il paese, e la sua longa manus ha colpito anche all’estero. I continui sanguinosi atti di violenza esprimono la non accettazione, da parte della minoranza, della sovranità nazionale della maggioranza della popolazione, e l’esigenza di due Stati per due popoli. Il problema dei profughi è annoso e angosciante. Centomila finora i morti nella tragica spirale dell’estremismo. Questa settimana, però, lo Stato ha riaffermato il proprio incontrastato dominio su tutto il territorio nazionale con l’uccisione dei capi del movimento indipendentista, con l’espulsione dalle loro zone residenziali e con la riduzione allo stato di rifugiati dei membri della minoranza. A parte qualche debole eccezione, i mezzi di comunicazione e le organizzazioni internazionali hanno manifestato scarso interesse alla vicenda. Nessuna carovana umanitaria, nessuna raccolta di miliardi di euro per la ricostruzione. Gli 8000 morti solo quest’anno nel conflitto non hanno fatto notizia. Nessuna protesta dell’ONU o della Croce Rossa Internazionale. I nostri sagaci lettori lo hanno capito subito: stiamo parlando del conflitto fra lo Stato dello Sri Lanka e la minoranza Tamil. Ancora un volta abbiamo avuto una testimonianza indimenticabile dell’ipocrisia della politica dei due pesi e delle due misure, e dei suoi portavoce.

Sergio Della Pergola, demografo, Università Ebraica di Gerusalemme