L’acqua pura e semplice
I saggi della tradizione ebraica affermano: Ein maim el ha Torà, “non c’è acqua che non sia Torà ”, non c’è comportamento o movimento dell’acqua che non racchiuda un insegnamento fondamentale.
L’acqua è la sostanza più comune sulla Terra, eppure, come la stessa Torà, racchiude molti misteri: Linus Pauling, il chimico due volte premio Nobel, l’ha definita “il deserto della chimica”. Se si comportasse come tutte le altre sostanze, per il suo peso molecolare dovrebbe bollire a -75 gradi e allo stato solido dovrebbe essere piu’ pesante, non più leggera. L’acqua comprende il 70% della nostra massa corporea, la stessa percentuale di cui è composto il pianeta blu in cui viviamo, che dovremmo chiamare Acqua, non Terra. Addirittura il 99% delle molecole del nostro corpo sono molecole d’acqua. Quel 99% di noi serba ancora molti segreti che la scienza si accinge a svelare in questi anni.
L’acqua è una forza potente: con i suoi inarrestabili flussi trasforma ogni cosa, la scioglie e la ingloba: ha cesellato il nostro pianeta e ha favorito la nascita e la crescita di innumerevoli forme di vita.
Che cosa si cela dietro la sua irresistibile forza? L’acqua, sempre pronta a cambiare, a adattarsi, a creare e a trasformare, è la guida migliore che la natura ci offre per capire come riuscire a vivere, imparando a crescere con saggezza e serenità.
L’acqua è una presenza costante nei testi e nelle interpretazioni più profonde della tradizione ebraica, già nello stesso Pentateuco. Per fare solo pochi esempi, Abramo è l’Ivrì, cioè “Colui che oltrepassa il fiume”: passa attraverso l’acqua per vivere se stesso in modo piu’ autentico. Con suo figlio Isacco scava dei pozzi che, secondo lo Zohar, simboleggiano la ricerca della sapienza più profonda. Giacobbe e Rachele, Mosè e Zippora sigillano il loro incontro presso pozzi d’acqua.
Nella sola parashà di Beshallach (Shemot) sono riuniti molti episodi che coinvolgono l’acqua: il passaggio del Mar Rosso, l’incontro con le acque amare nel deserto, che Dio addolcisce omeopaticamente immergendovi un albero amarissimo (Midrash Tanchuma), l’acqua che Mosè fa scaturire battendo una roccia, il pozzo di Miriam che per 40 anni disseta i Figli d’Israele e anche l’episodio della manna, che secondo il midrash era una nutriente rugiada cristallizzata.
Negli ultimi anni gli scienziati hanno rivelato che in particolari condizioni, grazie alle vibrazioni elettromagnetiche coerenti intrappolate nelle sue molecole, l’acqua ha la capacità di trattenere e trasmettere informazioni sulle sostanze con cui viene a contatto: su questi presupposti fisici si basa la “memoria dell’acqua”, che sta alla base dell’efficacia terapeutica dei rimedi omeopatici e delle acque curative.
Il pensiero ebraico ha sottolineato il ruolo creativo e spirituale dell’acqua per garantire la comunicazione, la memoria e lo sviluppo della coscienza. Come i fisici hanno analizzato le caratteristiche molecolari dell’acqua, cosi’ la tradizione mistica ebraica ha analizzato nei secoli la sua natura e le sue virtù spirituali.
I riti religiosi che comprendono immersioni e bagni nell’acqua sono molto antichi e diffusi in tutto il mondo. I testi talmudici e mistici si soffermano sui dettagli del bagno rituale, il mikve (espressione che deriva dalla radice della parola “speranza”), la cui funzione è quella di permettere all’ebreo di rinnovarsi per “rinascere” spiritualmente e fisicamente. Analogamente, con l’ausilio di tecniche psicoterapeutiche comprendenti immersioni o anche solo la visualizzazione, la meditazione e l’identificazione con l’acqua, è possibile affrontare e talvolta risolvere alcune problematiche psicologiche.
Tutte queste inaspettate proprietà dell’acqua, tra saggezza antica e ricerche moderne, sono descritte nel libro “L’acqua, pura e semplice” edito da Tecniche Nuove che è stato recentemente aggiornato e tradotto in lingua inglese: “Water, Pure and simple”, Watkins Publishing.
In ebraico, anche la grammatica della parola “acqua” è istruttiva. Maim (acque) è infatti un sostantivo plurale, duale, indeclinabile. Duale, perché l’acqua è bipolare (ossigeno negativo, idrogeno positivo). Plurale e indeclinabile, perché non c’è un’acqua che sia uguale ad un’altra, perché è molteplice e differenziata.
La forma duale della parola “acque” allude al fatto che, durante la creazione raccontata nella Genesi, si sono formate due acque: le Acque Superiori, maschili, e le Acque Inferiori, femminili. L’acqua esprime l’essenza bipolare della realtà. In accordo con il pensiero cinese della Scuola dello Yin e dello Yang, la tradizione ebraica sottolinea che tutto in natura scaturisce da una coppia di forze, di elementi o di entità: l’individualità isolata e separata non può sussistere nell’universo. Ogni cosa tende ad accoppiarsi con il suo contrario complementare, in un processo dinamico che evolve verso un ordine sempre più complesso.
Al pari di altre tradizioni orientali, il pensiero ebraico ricorre spesso a procedimenti analogici per interpretare la realtà. Le acque racchiudono il segreto del molteplice e della diversità, tanto che in lingua ebraica il plurale dei sostantivi maschili si ottiene con l’aggiunta di un suffisso formato dalle lettere iod e mem: sono le due lettere che nella stessa sequenza formano la parola iam, “mare”.
L’acqua è una molecola nomade, scorre sempre, e’ per sua natura irrequieta: i suoi legami molecolari si stringono e si rilasciano in miliardesimi di secondo: il suo assetto atomico di ossigeno ed idrogeno e’ instabile: uno stato imperfetto che la spinge a ricercare stati ordinati e simmetrici superiori. L’evoluzione della vita e dell’intelligenza si fonda sulle doti peculiari dell’acqua. L’intelligenza è la capacità di avere un comportamento sensibile, flessibile ed innovativo, e cosa c’è di più sensibile e flessibile dell’acqua?
Il racconto della Creazione ci mostra come l’acqua esistesse ancora prima della Creazione stessa, gia’ quando “lo Spirito del Signore aleggiava sulle acque” . E’ curioso che quanto va scoprendo oggi la scienza sull’acqua (il suo ruolo negli eventi biochimici organici, i suoi legami con i cicli lunari e solari, le sue doti creative nei fenomeni caotici, la capacità a livello quantistico di trasmettere codici biofisici), fosse stato gia’ intuito da molti autori e dai mistici della tradizione ebraica.
Sottoforma di embrioni e feti viviamo i primi nove mesi di vita come pesci nell’acqua salata del liquido amniotico: ogni singolo individuo scaturisce dall’acqua. Oggi sappiamo anche che il parto compiuto immersi in acqua comporta vantaggi considerevoli ai nascituri, oltre che alle loro madri.
Nel libro un capitolo e’ dedicato all’Ipotesi Acquatica sui progenitori dell’Homo Sapiens: che la specie umana abbia avuto origine da un progenitore acquatico. Formulata per primo dal biologo inglese Alister Hardy, oggi questa teoria trova sempre più ampio credito tra gli esperti.
Siamo fatalmente attratti dall’acqua perché, con la sua straordinaria semplicità, purezza e trasparenza, cela e rivela allo stesso tempo le origini e gli scopi misteriosi della nostra vita. E’ la nostra origine, sostiene il nostro presente ed è la chiave per capire il nostro futuro.
Saggi di varie tradizioni e i ricercatori sanno che e’ fondamentale comprendere le sue dinamiche e le turbolenze che essa fa scaturire dentro di noi, sia in senso fisico che psicologico: possiamo trarne indizi sull’origine e sugli scopi dell’intelligenza e della coscienza. Quando avremo capito come e perché l’acqua c’è e si muove, che cosa combatte e che cosa vuole realizzare, riusciremo a cogliere il senso profondo di ciò che abbiamo dentro e fuori di noi.
Oggi si va affermando un nuovo tipo di scienza, rigorosa, ma anche attenta a valutare i delicati equilibri presenti in natura, conscia delle interazioni tra uomo e ambiente e tra uomo e uomo. Una scienza che, oltre a fornire tecnologia, si impegna a costruire una società non solo più efficiente, ma anche più umana, più dinamica, più aperta. Una società libera, regolata da valori morali e sociali che, come gli argini di un fiume, essa stessa costruisce grazie al suo libero flusso. A questa tipo di società l’ebraismo ha dato e continua dare un contributo fondamentale ed originale.
Paolo Consigli