Ammiraglio…
Si è svolta oggi al Centro Bibliografico dell’UCEI, in collaborazione con la Marina Militare, la commemorazione dell’ammiraglio Aldo Ascoli a 50 anni dalla sua morte. Per l’occasione il prof. Bruno Di Porto parlerà del contributo degli ebrei italiani alle Forze Armate. In questo la vicenda di Aldo Ascoli, ebreo anconetano, è esemplare: era ammiraglio quando fu colpito dalle leggi razziste e radiato, per ritornare in servizio solo alla fine della guerra. Il ricordo è doveroso, perché è una pagina importante della nostra storia, ma è anche doverosa la riflessione sul senso di questa storia. Le carriere militari degli ebrei furono forse il segno più evidente della piena integrazione ebraica nella vita nazionale. Ma a quale prezzo? Oggi un ebreo americano può far carriera nell’esercito USA rispettando kashrut e Shabbat. Non so se potrebbe farlo ora in Italia, se non con enormi difficoltà; certamente non lo poteva fare nella prima metà del novecento. L’integrazione avveniva molto spesso insieme a una disintegrazione interna, più o meno condivisa ideologicamente. Le leggi razziste cercarono di dimostrare che l’integrazione era impossibile. Oggi dovremmo dimostrare che è possibile, cercando però un equilibrio che non sia autodistruzione.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma