Diario di viaggio -Tel Aviv e Gerusalemme. Diplomatici raddoppiati e dimezzati

C’e’ una situazione di grande imbarazzo, di cui pochi sono al corrente, nel campo della diplomazia europea in Israele. Per una direttiva dell’Unione Europea, a cui tutti i governi si attengono, le ambasciate si trovano a Tel Aviv, non essendo Gerusalemme la capitale riconosciuta. Gerusalemme resta sotto la giurisdizione dei Consoli generali, che sono accreditati anche presso l’Autorità palestinese. Sembra un cavillo burocratico, è invece una situazione che nuoce moltissimo all’immagine di Israele nel mondo. Infatti, le delegazioni, politiche, economiche, religiose, quando si recano a Gerusalemme sono costrette a far riferimento ai Consoli, e non possono nemmeno essere accompagnate ufficialmente dagli ambasciatori. I Consoli hanno come referente privilegiato l’Autorità palestinese (lo Stato di Israele fa capo alle ambasciate), e hanno interesse a mantenere buone relazioni e a rappresentare gli interessi dei propri referenti. Ovvero, mostrano (talvolta nella luce peggiore) la realtà palestinese, organizzano visite a Hebron, Ramallah, ai check points, ai territori occupati, quasi mai alle realtà culturali straordinarie, alle realizzazioni stupefacenti israeliane. Così – commenta una importante personalità politica francese, non ebreo, “chi arriva a Gerusalemme filoisrealiano ritorna neutro; chi arriva neutro ritorna
antiisraeliano; chi arriva antiisraeliano ritorna antisemita”.
Il problema è che giornalisti, politici, personaggi televisivi, opinion maker, più facilmente hanno interesse a recarsi a Gerusalemme che a Tel Aviv, e quindi, invece che alle ambasciate, fanno riferimento ai Consolati. E ne escono spesso artificiosamente contro Israele, e questa è l’immagine che proiettano all’estero. Gli ambasciatori, così, sono dimezzati, come il Visconte di Calvino, al punto da finire a volte in secondo piano rispetto a funzionari
inferiori per grado, e “concorrenti” per funzione. La beffa è che quasi tutti gli ambasciatori europei, dopo qualche mese di soggiorno a Tel Aviv, sono entusiasti del Paese, della qualità della vita, della cultura, delle eccellenza in ogni campo, e frustrati di non riuscire a comunicarlo a casa propria.

Viviana Kasam