Tamuz….

Oggi inizia il mese ebraico di Tamuz. Il nome di questo mese, come di molti altri, non è originariamente ebraico, ma viene dalla Babilonia. In questo caso il nome è problematico, perché ricorda una divinità dell’antico vicino oriente, dell’area sumero-babilonese. In corrispondenza del ciclo solare (le giornate in questo periodo diventano le più lunghe e quindi calano) si celebrava la morte e resurrezione di un dio maschile. Con orrore il profeta Ezechiele, vissuto ai tempi della distruzione del primo Tempio, denuncia la diffusione del culto tra le donne ebree di Gerusalemme, che vede “piangere per Tamuz” (Ez. 8:14-15). La storia ha spazzato l’influsso di questo culto allora alla moda, sistematicamente sostituito in ogni epoca da qualcosa più attraente. Tamuz, malgrado il nome, è diventato nella memoria ebraica il mese nella cui seconda metà si fa lutto per la distruzione di Gerusalemme. E quasi nessuno ricorda più l’origine di quel nome. Ma è troppo presto per dire che la nostra storia vince il paganesimo. Quando ci riesce, è sempre a caro prezzo.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma