Israele…
La Parashà di Shelàch che abbiamo letto Shabbàt tratta principalmente della fallita missione esplorativa della Terra d’Israele che porterà alla conseguenza di una permanenza del popolo nel deserto per altri 38 anni (per un totale di 40 anni). La storia è nota. La delegazione dei delegati che Moshè manda ad esplorare la Terra di Kenaan invece di limitarsi a riportare un giudizio sulla fertilità della Terra lamenta l’impossibilità dell’impresa della conquista data la superiorità bellica delle popolazioni che la abitavano. Quale è la vera colpa degli esploratori ? In fondo hanno riportato la verità dei fatti e di ciò che hanno visto e valutato. Il problema sta nel fatto che alla loro relazione oggettiva hanno aggiunto la parola “efes”, “però”. La parola “efes” che nella lingua della Torà indica una “pregiudiziale”, nell’ebraico moderno significa “zero”. A volte aggiungere un “ma” e un “però” può significare azzerare anche tutto ciò che vi è di buono in un progetto. Troppo spesso i nostri giudizi politici, culturali, sociali su Eretz Israel sono accompagnati da vari “ma” e “però” dimenticando che amare la Terra di Israele è una mitzwà che la Torà ci indica e come per tutte le altre mitzwòt andrebbe vissuta senza “ma” e senza “però”.
Roberto Della Rocca, rabbino