Il pesciolino e lo squalo, la favola di Shalit fra fantasia e premonizione

Una favola, una favola come tante, racconta di uno squalo che sta per mangiare un pesciolino. Ma i due iniziano a giocare a nascondino e diventano amici. La mamma-squalo è contraria a questa amicizia e dice a suo figlio: “Il pesce è un animale che mangiamo. Non giocare con lui”.
Anche la mamma pesce non vuole che suo figlio giochi con lo squalo “Lo squalo è l’animale che ha divorato tuo padre e tuo fratello, non giocare con lui”, gli dice. Dopo essersi evitati per un anno, i due si rincontrano. Lo squalo dice al pesce: “Sei un nemico, ma possiamo fare la pace?”. Il pesce felice di aver rivisto il suo compagno di giochi è d’accordo e i due annunciano la rinata amicizia alle madri. “Da quel giorno – scriveva Shalit – lo squalo e il pesce hanno vissuto in pace”. Sarebbe bello se le cose fossero andate così, ma lo squalo che Gilad ha incontrato il 25 giugno 2006 e che da tre anni lo tiene prigioniero, non è uno lo squalo della storia e non ha voglia di giocare.
Gilad Shalit (nell’immagine a fianco) è il soldato ventiduenne dell’esercito israeliano rapito da un commando di guerriglieri palestinesi di Hamas che hanno condotto un attacco contro un avamposto militare in territorio israeliano tre anni fa, da allora non si hanno notizie certe su di lui, tutti i tentativi di mediazione hanno dato esito negativo e alla Croce rossa internazionale non è stato consentito di visitarlo.
Quando il pesciolino e lo squalo s’incontrarono per la prima volta la favola che Gilad Shalit scrisse nel 1997, quando era in quinta elementare, è una storia piena di speranza che un’insegnante del soldato rapito ha trovato mentre faceva le pulizie di Pesach e l’ha fatta avere alla famiglia che a sua volta ne ha curato la pubblicazione attraverso Free Gilad, l’associazione fondata da Noam Shalit (il padre di Gilad).
Lo scorso anno la casa editrice La Giuntina in occasione della Fiera del libro di Torino ha tradotto e pubblicato la favola in italiano. Tutti i profitti ricavati dalla vendita del libro vengono devoluti all’Associazione Keren Maor, che coordina la campagna internazionale volta a ottenere la liberazione di Gilad e a mantenere alta l’attenzione dei media. All’iniziativa partecipa anche l’associazione degli illustratori israeliani, con un corredo di disegni originali di mano di trenta diversi artisti. Ciascuno ha interpretato l’incontro fra pesce e squalo secondo il proprio stile, dando vita ad una galleria di immagini per i lettori più giovani. Il libro non è acquistabile in libreria ma solo sul sito della casa editrice.
La favola di Gilad è stata anche oggetto di un lavoro di gruppo che una scuola di Pistoia, seguendo l’esempio di una scuola americana, ha ripreso e diffuso attraverso Youtube (a fianco uno dei disegni realizzati dai ragazzi che compaiono sul filmato) .
Anche un’altra scuola, l’Esopo di Roma, a seguito di un incontro svoltosi in occasione del sessantunesimo anniversario della fondazione dello stato di Israele cui hanno partecipato il Presidente della Provincia Nicola Zingaretti e il Presidente della Comunità Ebraica della capitale Riccardo Pacifici ha promosso delle iniziative a sostegno della liberazione di Gilad Shalit: “Sarebbe molto bello se decideste di inviare una lettera ai governi di Israele e Palestina per chiedere la liberazione di Shalit. – ha suggerito Pacifici durante l’incontro – Voi potreste essere la prima scuola di Roma e d’ Italia che fa una cosa del genere”. La proposta di Pacifici è stata prontamente raccolta dagli alunni e dagli insegnanti della Scuola che ha deciso di dedicare l’ultimo mese di scuola a questo progetto. Le lettere dei ragazzi insieme a quelle di sostegno alla famiglia del soldato rapito, sono state esposte in una sala di Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma.
Sarebbe molto bello se le lettere e i lavori che i ragazzi hanno svolto per spronare la liberazione di Gilad aprissero una breccia nel cuore dello squalo che non ha avuto voglia di giocare con il pesciolino e che lo tiene in ostaggio da tre anni.

Lucilla Efrati