…Shalit

A tre anni dal suo rapimento, il caporale israeliano Ghilad Shalit è ancora prigioniero di Hamas. Dopo Parigi, ieri anche Roma gli ha conferito la cittadinanza onoraria. Il primo luglio, la sua famiglia ritirerà la pergamena dalle mani del sindaco Alemanno. Ma l’Italia si è impegnata ieri anche attraverso la Commissione Diritti Umani del Senato, con la lettera che il suo presidente Pietro Marcenaro ha scritto al padre di Shalit, invitandolo in Italia e manifestandogli piena solidarietà. “Il rapimento di suo figlio, ha scritto, costituisce un
atto efferato e insopportabile, che ripugna alla coscienza”, E che sia anche la Commissione dei Diritti Umani del Senato a prendere così posizione mi sembra importante e significativo. Perché colloca il caso del caporale Shalit in un contesto più generale di intollerabili violazioni dei diritti umani, come quelle che avvengono nelle strade di Teheran, in Cina, a Cuba. Perché colloca il rapimento e la presa di ostaggi fra le violazioni più intollerabili dei diritti, alla pari delle torture, delle esecuzioni capitali, della repressione di ogni genere.

Anna Foa, storica