…sentenza

Domani, sabato 11 luglio, sarà emanata in Francia la sentenza al processo per l’assassinio di Ilan Halimi. Ricordate, vero? il giovane ebreo francese rapito, torturato e assassinato perché ebreo, nel 2006, da una banda di giovani immigrati nordafricani. Ci auguriamo che non soltanto i suoi assassini siano condannati con il massimo rigore, ma che sia riconosciuto senza infingimenti il movente antisemita che è stato alla base dell’omicidio. Su Il Corriere di ieri, Bernard-Henry Lévy ci ricordava che nei dibattiti dei media francesi su questo episodio molte voci si sono levate a minimizzare il movente antisemita dell’omicidio, a sottolineare la miseria dei suoi assassini, il fatto che per loro Ilan era, per il solo fatto di essere ebreo, ricco. Un movente di classe, quindi, non di razza! Se mai, negli ultimi anni, c’è stato un omicidio causato dall’antisemitismo, è stato questo. Né la povertà né l’ignoranza dei suoi assassini possono modificare questa realtà. E riconoscerla attraverso una sentenza giudiziaria può contribuire, se non a sanare l’enorme ferita aperta, ad impedire che se ne aprano altre.

Anna Foa, storica