9 di Av…
Tra le poche cose che è consentito studiare oggi, 9 di Av, visto che per gli ebrei lo studio della Torà è gioia e la gioia è interdetta in questo giorno, sono le regole della giornata stessa e le regole di lutto, ad esse strettamente collegate. Come è noto in caso di lutto vi sono regole da osservare divise per periodi: i primi sette giorni, poi fino a un mese, quindi fino a un anno. Anche le tre settimane dal 17 di Tamuz al 9 di Av sono divise in periodi. In linea di massima il 9 di Av si applicano gli stessi rigori dei primi sette giorni di lutto, con l’aggiunta del digiuno; la settimana in cui cade il 9 (per gli ashkenazim già dal primo di Av) si applicano i rigori dei 30 giorni, e nel periodo precedente i divieti dell’anno. Ciò che è interessante in questo confronto è una differenza significativa: nelle regole di lutto la scansione temporale passa da forti divieti a divieti minori, il che serve tra l’altro allo scopo psicologico di accompagnare la persona in lutto a uscire “dal tunnel”. Per il 9 di Av e i giorni che lo precedono il procedimento è inverso, si procede con un progressivo rigore che culmina con il digiuno. C’è da chiedersi perché questa differenza. Tra le risposte possibili, il diverso impatto sulla persona del trauma del singolo e quello della collettività, e quello di un evento recente rispetto a un evento remoto da ricordare.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma