Redazione aperta – Il quotidiano “Il Piccolo” apre le porte ai praticanti
Il capo redattore de “Il Piccolo” Livio Missio ha guidato i praticanti della redazione di Moked.it, nella visita alla sede centrale del giornale, principale quotidiano italiano di Trieste, diffuso anche nella provincia di Gorizia, con le edizioni di Gorizia e Monfalcone e un’edizione speciale per la minoranza di lingua italiana dell’Istria e di Fiume, in Croazia e in Slovenia.
All’entrata del palazzo è esposta con grande evidenza la pagina di apertura del primo numero del giornale. Era il 29 dicembre del 1881. Il giovanissimo ebreo triestino,Teodoro Maier, editore e direttore del nuovo quotidiano appena compiuti i 21 anni, si rivolgeva ai lettori di lingua italiana nella seconda città dell’impero dell’Austria-Ungheria con un fulmineo editoriale che avrebbe costituito una pagina nella storia del giornalismo: “Ai lettori. Compendiamo in poche parole il nostro programma. Saremo indipendenti, imparziali, onesti. Ecco tutto”.
Missio ha guidato i giovani praticanti, alla scoperta di alcune realtà del giornalismo prima della rivoluzione tecnologica caratterizzato da macchinari come la Linotype, complesso apparecchio utilizzato per la composizione tipografica, costituita da una tastiera su cui si componevano le parole comandando per ogni singolo tasto una leva che liberava la corrispondente matrice di piombo situata nel magazzino.
Le matrici andavano a disporsi nel compositoio fino a completamento del testo, su cui veniva poi versato, metallo fuso per fondere l’intera riga. Nel caso in cui si si fosse presentata l’esigenza di effettuare delle correzioni era obbligatorio sostituire tutta la riga contenente l’errore e quindi rifondere il metallo e ripetere il processo dal principio.
Dopo la visita la redazione del portale dell’ebraismo italiano è stata invitata ad assistere alla riunione di redazione di mezzogiorno durante la quale si impostano i contenuti del giornale che andrà in stampa nella notte. Il meeting ,è iniziato in religioso silenzio per dare la possibilità al capo redattore di Gorizia Roberto Kovach, connesso in conference call, di comunicare alla direzione della sede di Trieste le notizie fresche giunte dalle zone limitrofe. Ha preso poi la parola il capo cronista Maurizio Cattaruzza per comunicare al vicedirettore Alberto Bollis e al capo redattore Marco Pacini le ultime di cronaca da Trieste. Tra termini giornalistici in codice, come otto per tre in due o otto per sette a colori o in bianco e nero, si sono affrontate le notizie relative alla cultura e all’economia rispettivamente con i capi servizio Alessandro Mezzena Lona (cultura e spettacoli) e Piercarlo Fiumanò (economia) per passare poi allo sport con il capo servizio Roberto Degrassi. Infine si è parlato di attualità e politica con il capo redattore Roberto Altieri. Allusioni, gergo giornalistico, battute taglienti talvolta in dialetto triestino, sguardi d’intesa. I partecipanti accumulano correndo contro il tempo centinaia di decisioni in uno scambio frenetico di idee e opinioni che si fa fatica a seguire in ogni suo passaggio. Al termine della riunione il contenuto del giornale di domani è già delineato e c’è chi si allontana dalla redazione per uno spuntino e anche per un breve tuffo nel mare visto che gli uffici sono a pochi metri dalle acque che bagnano una delle coste più affascinanti del Mediterraneo. Dalle prime ore del pomeriggio comincerà la grande corsa di tutta la redazione per chiudere le pagine senza ritardi. poco prima di mezzanotte il gruppo ritrova Missio per la visita alla rotativa del giornale dove si è potuto vedere nel concreto la realizzazione su carta delle idee discusse durante la riunione di redazione. I rulli della rotativa sfornano nel cuore della notte decine di migliaia di copie a ritmo sostenuto. I componenti della redazione di moked salutano gli ultimi colleghi del Piccolo che chiudono la loro giornata di lavoro e si allontanano portando con loro una copia di giornale, il giornale che porta la data del giorno seguente, ancora carica dell’odore di inchiostro fresco.
Michael Calimani