Weinberg fra omofobia e rispetto per l’altro

Omofobia è una parola coniata dallo psicologo americano George Weinberg che l’ha usata nel suo libro pubblicato per la prima volta nel 1972 Society and the Healthy Homosexual (La società e l’omosessuale sano) – un bestseller che può contare numerosissime riedizioni e che è considerato un punto di riferimento teorico per il movimento dei diritti degli omosessuali, negli Stati Uniti e non solo. La parola vuol dire letteralmente paura dello stesso, del medesimo. Perciò è di per sé ambigua. Perché in realtà non indica che la paura per l’omosessualità, l’altrui e la propria (magari latente e repressa). Ed emerge soprattutto dove domina il rifiuto per il diverso, per l’altro. Proprio a partire dal suo ebraismo Weinberg ha rivendicato la possibilità e, anzi, la necessità di essere rispettati come altri, perché altri. Per quanto disagevole e complesso possa essere il confronto sull’omosessualità nell’ebraismo, è dell’alterità dell’altro, della sua accoglienza, che deve farsi carico il popolo ebraico.

Donatella Di Cesare, filosofa