Religione a scuola – Gattegna: “I diritti costituzionali sono una garanzia per tutti”
(Ansa) – Roma, 12 ago – L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei), uno degli enti che hanno sottoscritto il ricorso al Tar, si augura che “alle prime dichiarazioni di esponenti religiosi e politici di area cattolica faccia seguito una più ponderata ed equilibrata valutazione delle ragioni degli appartenenti ad altre confessioni religiose e dei non credenti”. A dichiararlo è il presidente dell’Ucei Renzo Gattegna secondo il quale “la sentenza deve essere accettata con serenità da tutti e non deve creare alcun tipo di contrapposizione. Non ci sono né vincitori né vinti quando è ristabilita la piena osservanza dei principi costituzionali”. “Riteniamo che la sentenza – conclude – non debba essere impugnata perché proprio il sorgere di un eventuale contenzioso innanzi il Consiglio di Stato potrebbe segnare l’inizio di un anacronistico e sterile conflitto”.uove sfide attendono la realta’ ebraica italiana.
Religione a scuola – Polacco: Ineccepibile sentenza del Tar
“I giudici mettono in luce un vuoto lasciato dalla politica”
(Adnkronos) – Livorno, 12 ago – ‘La sentenza del Tar del Lazio che esclude dalla determinazione del credito scolastico la frequenza dell’ora di religione cattolica, l’unica peraltro presente nella scuola pubblica italiana, è ineccepibile e contiene dei rilievi di grande importanza in quanto richiamanti ad una corretta applicazione del dettato costituzionale, relativamente all’uguaglianza tra tutti i cittadini credenti vari o non credenti”. Lo ha dichiarato all’Adnkronos Gadi Polacco, Consigliere dell’Ucei (Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), commentando la sentenza del Tar del Lazio che prevede che gli insegnanti di religione non partecipino agli scrutini scolastici e che la frequenza all’ora di religione non concorra all’acquisizione di crediti formativi.
‘Da alcune reazioni stizzite è evidente come sia stato toccato un nervo scoperto e in uno Stato laico non puo’ esservi, come ribadito peraltro nel testo della sentenza e diversamente ‘desiderato’ da alcuni, posto per posizioni dominanti stabilite per giunta ‘erga omnes’ – ha spiegato -, altresì non si può indulgere dinanzi all’uso di invocare o meno i pronunciamenti della Magistratura a corrente alternata”.
“Questa sentenza, ma anche alcune precedenti di altri organismi sempre riguardanti tematiche affini, mette semmai in luce il vuoto lasciato in merito dalla politica, e che sarebbe opportuno venisse colmato con una normativa a prova di dettato costituzionale. Non si tratta ovviamente di andare contro qualcuno, bensì di attivarsi per un compiuto modello di Stato laico che, in quanto tale, è garante della piena libertà di tutti in reciproco rispetto”, ha concluso il Consigliere Polacco.