Elul…

Inizia il mese di Elul, l’ultimo dell’anno ebraico, dedicato alla preparazione, alla teshuvà e alla riconciliazione tra gli uomini e tra uomini e Creatore. E’ ben nota un’elegante osservazione rabbinica che ha trovato le iniziali della parola Elul (alef-lamed-waw-lamed) nelle quattro parole del Cantico (6:3) dove è detto anì ledodì wedodì lì, “Io sono del mio amato e il mio amato è mio”, immagine dell’amore tra Israele e Dio che in questo mese si ravviva. In realtà sono numerose (47 per la precisione) le espressioni bibliche le cui iniziali formano la parola Elul, molte ben augurali e alcune con qualche allusione al significato di questi giorni. Alcuni esempi: ettèn le zar’akhèm wenachalu le’olàm (Es. 32:13) “darò [la terra] alla vostra discendenza e la erediteranno per sempre”; et levavekhà weet levav [zar’ekha] (Deut. 30:6), “il tuo cuore e il cuore [della tua discendenza]”; lechem weittav libbekha (1 Re 21:7), “mangia pane e si rallegri il tuo cuore”; ish lenachalatò weish leartzò (Ger. 12:15), ” [li farò tornare] ciascuno al suo possesso e ciascuno alla sua terra”; eslach le’awonam ulchatatam lo [ezkor] (Ger. 31:33), “perdonerò la loro colpa e non [ricorderò] i loro peccati”; [deror] ish leachiv weish lere’ehu (Ger. 34:17), [dare libertà] ciascuno al suo fratello e ciascuno al suo prossimo”; [manot] ish lere’ehu umatanot laevionim (Est. 9:22), [donare] pasti ciascuno al suo prossimo e doni ai poveri”.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma