…emozioni

Uno dei motivi che mi ha spinto ad accettare la collaborazione con questo giornale nasce da dei racconti. Quando ero molto piccolo i nostri vicini di casa al mare erano degli ebrei romani che con il tempo sarebbero diventati i migliori amici della mia famiglia. Lo stupore, e la paura nell’ascoltare le storie di fughe rocambolesche, di travestimenti, le ingiustizie, ma anche le storie a lieto fine di quelli che ce la fecero a sopravvivere alle deportazioni si sono impresse per sempre nelle mia mente di bambino e hanno influenzato non poco la mia vita di adulto. Di certo sarebbe sconveniente mettere a confronto il portato della sofferenza delle persecuzioni con il potere delle storie nel marketing contemporaneo. Tuttavia la neuroscienza oggi mostra chiaramente l’importanza delle emozioni nelle scelte che facciamo quotidianamente. Nel marketing sono i prodotti che hanno una storia da raccontare, quelli che hanno attraversato fasi epiche, le storie di uomini o donne che dal nulla hanno creato un impero, ricette misteriose come quelle dell’amaro Averna che si dice vengano tramandate solo alle donne della famiglia, che hanno uno strumento in più nella battaglia quotidiana per la quota di mercato. Le emozioni trasmesse dalle persone, ma anche da chi ha creato i prodotti, non si dimenticano e influenzano le scelte dei consumatori. Chi prova interesse a storie imprenditoriali familiari non dovrebbe perdersi la mostra sui 125 anni di Bulgari al Palazzo delle esposizioni di Roma. Un bell’esempio della forza di una grande storia.

Fabrizio Caprara, amministratore delegato di Saatchi and Saatchi Italia