Fumetto – Torna Il gatto del rabbino Il terzo episodio ci porta a Parigi
“Ma perché fai finta di essere arabo?”
“Perché per fare l’ebreo serve l’accento polacco, e non so farlo. Un ebreo del Maghreb non interessa molto alla gente, è troppo complicato”.
Il terzo episodio de Il gatto del rabbino (pubblicato in Italia dalla casa editrice Rizzoli), ci porta a Parigi. E’ ora infatti di conoscere i genitori di Jules, marito di Zlabya, ebrei francesi poco attenti alle tradizioni, il padre non rispetta lo Shabbat infatti. Il nostro Rabbino è più che sconvolto e si perde per la capitale francese in cerca del nipote che ricorda tanto rispettoso dei riti e delle leggi. Ma quando scopre che anche il ragazzo si è dovuto abituare alla grande città e che recita l’arabo per strada per guadagnarsi da vivere e convive con una ballerina cattolica, beh, il nostro Rabbino deve incominciare a cambiare il suo punto di vista, pena l’impossibilità di capire il prossimo e soprattutto la figlia che ama tanto.
Ancora una bella lezione di vita da parte di Sfar che obbliga i suoi personaggi a prove incredibilmente difficili, ma sempre superate, per dimostrare quanto più di ogni altra cosa siano importanti i sentimenti, l’amore figliare, coniugale; aprirsi al prossimo e scoprirlo nella sua bellezza personale e interiore. Il suocero alla fine si dimostra un uomo combattuto tra educazione, rigorosa, del padre e il desiderio di offrire ai figli una prospettiva di vita diversa dalla propria. La moglie si rivelerà una nuova madre per Zlabya. E… il Rabbino tornerà a casa più ricco di prima, forse anche un po’ ribelle.
“Allora, amici miei, se si può essere felici senza rispettare la Torah, perché faticare tanto ad applicare tutti questi principi che ci complicano tanto la vita?”
“Dai , Abraham, dicci perché, stiamo aspettando.”
“Be’, non lo so”
La risposta del Rabbino ripropone la questione dell’identità, come quei rabbini che in campo di concentramento sentenziarono che D-o non esisteva, ma poi si affrettarono a santificare lo Shabbat. Abraham non sa perché bisogna rispettare la Torah, però subito dopo si affretta a iniziare il kiddush in modo che nessuno faccia tardi dalla moglie. Quale sia il motivo per cui si segue la Torah non è detto con certezza, ma fa parte di quella incessante ricerca dialettica che contraddistingue l’ebraismo. L’antitesi del primo episodio de Il gatto del rabbino.
Ma non solo. Sfar pone l’attenzione sui luoghi comuni della nostra immagine dell’ebreo. Non esiste solo l’ebreo che parla yiddish con l’accento polacco, sottoposto ai pogrom e che vive in uno ShTetl. Sfar lancia i sefarditi nel melting pot immaginifico dell’Occidente, ridando dignità a una storia mediterranea ricca di diversità, cultura e splendore storico.
Andrea Grilli