Valori laici e apertura sulle cellule staminali
Il sinodo delle chiese metodiste e valdesi, svoltosi a Torre Pellice dal 23 al 28 agosto, è balzato agli onori delle cronache, essenzialmente, per due delle tematiche che ha affrontato: la protesta contro le nuove norme sull’immigrazione, che ha avuto il suo culmine in un digiuno di solidarietà con i migranti; la strenua difesa del principio di laicità dello Stato.
Merita però accennare – solo per titoli – ad altre questioni, che sono di interesse comune a tutte le confessioni religiose, anche se con diverse declinazioni:
▪ la denuncia dei tagli operati (in misura pari a circa il 30 per cento) alle risorse stanziate per il servizio civile nazionale e la promozione di una campagna volta a sostenere la richiesta di un ulteriore bando per 10 mila posti in più rispetto ai 25 mila già coperti nel 2009;
▪ l’attenzione per le altre confessioni religiose, con il sostegno da un lato ad ulteriori intese che da tempo attendono l’approvazione con legge e dall’altro al dialogo interreligioso, in particolare con le chiese pentecostali;
▪ l’apertura alla ricerca sulle cellule staminali, sulla scorta di un complesso documento (18 pagine) elaborato dalla Commissione della Tavola valdese per i problemi etici posti dalla scienza (più semplicemente nota come Commissione Bioetica);
▪ il dibattito circa l’utilizzo delle risorse provenienti dalla partecipazione all’8 per mille.
Su quest’ultimo argomento mi limito ad un dato eclatante: nel 2005 i valdesi avevano raccolto circa 250 mila sottoscrizioni; nel 2006 sono balzati ad oltre 311 mila, corrispondenti, in termini monetari, a 8.200.000 euro. Rammento che finora le chiese metodiste e valdesi partecipano alla ripartizione delle somme derivanti esclusivamente dalle scelte espresse dei contribuenti; soltanto quest’anno è stata approvata la legge che consente una modifica dell’intesa finalizzata alla loro partecipazione anche alle scelte inespresse, la cui entrata in vigore dovrebbe comportare almeno un raddoppio della somma loro spettante.
La pastora Maria Bonafede, confermata per il quinto anno consecutivo come moderatore della Tavola valdese, ha condensato in questo modo la ricetta del successo nella raccolta 8 per mille: «L’Otto per mille “alla valdese” si basa su tre principi fondamentali: la massima trasparenza nella destinazione dei fondi; una rigorosa scelta di laicità che ci fa finanziare solo attività sociali, educative e culturali senza destinare neanche un euro al culto; il sostegno a progetti di associazioni ed enti non evangelici». Ovviamente, la pastora ha sottolineato, al di là della buona gestione dei fondi, l’«interesse anche di natura culturale e spirituale» nei confronti di valdesi e metodisti.
Mi sembra una lettura attenta e corrispondente alla realtà, anche se l’impressione è che molto premi e faccia la differenza rispetto alle altre confessioni religiose (inclusa quella ebraica, che pure si ispira agli stessi principi) la rigorosa e coerente scelta di laicità compiuta dalle chiese metodiste e valdesi, confermata con forza anche nel sinodo appena concluso.
Valerio Di Porto, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane