Giornata della Cultura Ebraica – Monte San Savino, storia di poesia e amicizia nel cuore della Valdichiana
Per le strade di Monte San Savino, un piccolo centro posto nel cuore della Valdichiana aretina, in questi giorni e fino alla Giornata della Cultura Ebraica sono affissi striscioni con piccoli brani di poesia ebraica di tutti i tempi, a partire da Qohelet (l’Ecclesiaste) fino ai giovani poeti israeliani di oggi. Anche le tovaglie di carta messe sui tavoli nei bar del paese sono state stampate con brani di poesia in ebraico tradotta in italiano da Jack Arbib.
Arbib è un ingegnere aeronautico con la passione della poesia che attualmente vive a Jafo località marittima che si trova nel distretto di Tel Aviv, in Israele. Nato in Libia negli anni della seconda guerra mondiale, cittadinanza britannica, nel 1958 Jack frequenta l’Università a Milano, poi si trasferisce in Israele dove si sposa ed ha quattro figli. Gli abbiamo chiesto di raccontarci che cosa lo lega alla piccola cittadina di Monte San Savino, paese in cui la presenza ebraica è documentata solo in due periodi: dal 1421 al 1571, e dal 1627 al 1799 anno in cui con l’invasione francese del Granducato l’intera comunità rimane vittima dei moti antifrancesi e antigiacobini del Viva Maria ed è costretta ad abbandonare per sempre la città.
“Questa storia – spiega Jack Arbib – è iniziata nove anni fa, nel 2001, quando fui invitato per una vacanza a Monte San Savino da un vecchio compagno di Università, originario di queste parti. Mentre ero suo ospite il mio amico mi chiede se voglio visitare il vecchio cimitero ebraico in località Campaccio, posto impraticabile, dove quasi nulla si vedeva delle antiche lapidi. Mentre ero lì un pensiero mi ha attraversato la mente: il nostro cimitero in Libia è stato completamente distrutto nel 1969 e non abbiamo più tombe di famiglia a cui riferirci, mentre queste tombe non hanno nessuno che se ne prenda cura…’figli senza padri e padri senza figli’ mi son detto quasi sopraffatto dalla commozione…”
Nello stesso tempo Jack viene a sapere che a Monte San Savino c’era anche una antica sinagoga, edificata nel XVII secolo ed usata dal Comune come deposito dei rifiuti che si trovava in avanzato stato di degrado e per la quale il Comune aveva in programma un’operazione di restauro. Jack non si perde d’animo, contatta un architetto del posto, Sergio Bianconcini, e insieme iniziano a collaborare con il Comune per operare un restauro conservativo della sinagoga.
“E’ stato molto difficile rendersi conto che si trattasse ancora di una sinagoga, ma c’erano delle tracce inequivocabili – spiega Jack – Ma oggi questo posto è un luogo della Memoria che viene utilizzato per avvenimenti, soprattutto per la Giornata Europea della Cultura Ebraica e per il Giorno della Memoria.” I suoi ricordi ritornano al grande impegno messo per recuperare l’antico cimitero nel quale attualmente sono visibili 20 delle 120 lapidi originarie e la sinagoga che è stata riaperta al pubblico per la prima volta nel 2006 in occasione della Giornata del Fondo per l’ambiente italiano (Fai).
“Il Comune mi ha chiesto che cosa si poteva organizzare, – torna a ricordare Arbib, – e mi sono reso conto che la giornata del Fai era stata fissata due giorni prima della festa ebraica di Purim allora via internet mi sono procurato un’edizione italiana della Meghillat Ester e ho telefonato a un mio amico attore, Fernando Maraghini, che ha preparato delle letture dal testo originale. Nel giorno fissato per la Giornata del Fai nella sinagoga c’era il pienone, durante la recita della meghillà, le signore battevano i tacchi sul pavimento di legno della sinagoga. Abbiamo dovuto replicare tre volte ed alla fine abbiamo distribuito 25 chili di orecchie di Aman (dolce tipico della festa di Purim) che abbiamo fatto venire da Israele. Questa è stata la prima volta da allora, come dicevo, la sinagoga viene aperta per eventi come la Giornata della Cultura e il Giorno della Memoria”.
La Giornata della Cultura è un evento molto atteso dal pubblico toscano della zona, che partecipa numeroso agli eventi organizzati, quest’anno il cartellone degli avvenimenti, cui Jack Arbib attraverso l’Associazione culturale Salomon Fiorentino che rappresenta ha partecipato attivamente, prevede nella mattinata al Teatro Verdi la cerimonia di donazione alla biblioteca comunale da parte di un privato, Gianfranco Cialini, di due rare opere di Salomon Fiorentino, poeta ebreo originario di Monte San Savino che visse nella seconda metà del Settecento, cui è dedicata la via in cui risiede la sinagoga. Subito dopo vi sarà la presentazione del libro edito da La Giuntina Le Ketubbot di Monte San Savino di Stefania Roncolato, con la partecipazione dell’autrice, seguirà il concerto del Maestro Emanuele Segre con musiche della tradizione ebraica. Nell’immediato pomeriggio nella sinagoga è prevista l’inaugurazione della mostra “Le ketubot di Monte San Savino” e l’architetto Sergio Bianconcini spiegherà la struttura architettonica della sinagoga e parlerà del matrimonio ebraico. La visita al cimitero ebraico e la recita del kaddish chiuderanno la giornata.
“La Giornata della Cultura e il Giorno della Memoria qui a Monte San Savino sono sempre imperniate sulla poesia e sulla letteratura ebraica – spiega Jack Arbib -Quando abbiamo iniziato ho convinto il Comune a creare una sezione di letteratura ebraica nella Biblioteca comunale ed ogni anno apriamo la Giornata con la donazione di volumi di letteratura ebraica classica e contemporanea che ci viene gentilmente concessa da case editrici come Adelphi, Utet, Einaudi, La Giuntina.
La Bibioteca comunale di Monte San Savino è l’unica struttura comunale in Italia ad avere una fornita sezione dedicata alla letteratura ebraica. Io ritengo che la conoscenza dei luoghi ebraici passi anche attraverso la conoscenza della cultura di questo popolo”.
Lucilla Efrati