Fumetto – Racconti di guerra di Will Eisner

Nel 1942 Will Eisner viene arruolato. Aveva lasciato lo studio da lui fondato Eisner & Iger nel 1939 per una nuova avventura imprenditoriale e creativa e con alcuni fidati collaboratori aveva iniziato la produzione di nuovi fumetti, tra cui The Spirit. È inutile sottolineare i problemi organizzativi per uno studio creativo appena fondato. Eisner dalle varie basi militari dove si trovava gestiva lo studio, decideva le storie e così via. In quegli anni di servizio militare avviò anche, in modo totalmente rivoluzionario ed innovativo, un nuovo modo di informare e formare i soldati per la manutenzione dei mezzi e delle armi. Così Eisner racconta “L’esercito, più meccanizzato di quanto non fosse mai stato, era sensibile ai problemi di malfunzionamento delle attrezzature, dovuto in gran parte a negligenza e incuria. (…) Per me era ovvio che il fumetto sarebbe stato il modo migliore per pubblicare informazioni sulle riparazioni da effettuare sul campo e su come effettuarle da soli in condizioni di guerra”. Nasce così Army Motors durante la Seconda Guerra Mondiale e dopo P.S. Magazine durante le guerre della Corea e del Vietnam. Durante quegli anni di servizio militare e di inviato come civile nelle discutibili guerre del teatro asiatico, Eisner raccoglie racconti, conosce uomini e racconta il modo con cui vengono mano tenuti i mezzi militari.
Nel 2000 Will Eisner pubblica Last day in Vietnam, in Italia pubblicato in questi giorni con il titolo Racconti di Guerra dalla Kappa Edizioni, editore anche della edizione italiana degli Archivi di The Spirit.
Le storie che sono state ispirate dai viaggi di Eisner come inviato delle riviste di manutenzione hanno sempre un narratore che alza il sipario per il lettore. E’ spesso frequente nella narrazione di Eisner avere un tono o un passo narrativo quasi teatrale, e potremmo dire shakespiriano. Nel primo racconto, L’ultimo giorno in Vietnam si tratta di un ufficiale proprio nell’ultimo giorno di servizio, che viene incaricato di accompagnare il fumettista. Proprio mentre si scatena l’attacco vietnamita, Eisner disegna il dramma, ma anche la povertà umana, di quell’ufficiale che non sa quasi niente della guerra, se non recitare le mediocrità propagandistiche dell’esercito statunitense, presentate con tono e sarcasmo grafico tale da far emergere la follia di quella guerra. Anche gli altri narratori, un ragazzino vietnamita, un altro ufficiale statunitense in Corea, un soldato addetto alle salmerie, sono testimoni diretti, ecco perché parlano in prima persona al lettore, della follia della guerra, di essere un luogo dove emergono umanità bizzarre, drammatiche ed estreme.
Solo l’ultimo racconto non ha un narratore, Croce al merito per George, è la storia triste e sfortunata di un soldato che da ubriaco presentava sempre la domanda di trasferimento al fronte. Due sotto-ufficiali riescono sempre a far sparire quella follia, finché per una serie di circostanze, quel soldato, George, si trova a morire in Birmania.
Eisner racconta “Non posso parlare per i protagonisti di questa vicenda di cui fu testimone, ma per quanto mi riguarda non ha mai abbandonato la mia mente. Semplicemente non riesco a dimenticarla.” Leggetela per capire.
Racconti di guerra è semplicemente un altro tassello fondamentale della vita di un uomo dedicata a raccontare con i fumetti storie, storie di uomini. Sembrerà semplice o banale, ma allora perché ci riempie il cuore leggere i fumetti di Will Eisner?

Andrea Grilli