…Nine Eleven
Nel giorno di Kippur si recita con particolare solennità l’Yizkòr, la preghiera commemorativa per i defunti. Le diverse sinagoghe colgono l’occasione per esprimere le loro particolari sensibilità nel giorno dell’espiazione. Per esempio al Tempio Italiano di Gerusalemme vengono ricordati i Grandi Rabbini di Israele, i Rabbini Capi delle comunità ebraiche italiane, i combattenti di origine italiana caduti nelle guerre di Israele, le vittime della Shoah e del terrorismo. Questa settimana in una grande sinagoga tradizionale al centro di Chicago ho sentito per la prima volta una preghiera per le vittime dell’11 settembre 2001, quello che gli Americani chiamano Nine Eleven. Significativamente, le parole erano riprese dall’orazione per le vittime della Shoah: i bruciati, i sepolti vivi, gli annegati… Nell’ebraismo le regole della memoria sono complesse e non del tutto condivise. Digiuniamo per l’uccisione di Ghedaliàh, ma non di Rabin, nel canone della preghiera tradizionale c’è ampio spazio per la caduta del Tempio di Gerusalemme ma non per la Shoah. Corrispettivamente, non tutte le comunità ebraiche esprimono gioia religiosa per la rinascita di Israele. È semmai lo stato d’Israele in quanto entità civile che ha introdotto la Shoah, l’eroismo e la rinascita nel ciclo della commemorazione e della memoria collettiva del popolo ebraico. Nine Eleven rammenta a chi è disposto ad ascoltare che il canone della memoria è sempre aperto a nuove evenienze, buone e cattive.
Sergio Della Pergola, demografo, Università Ebraica di Gerusalemme