Fumetto – I ragazzi d’acciaio che inventarono Superman
Uno dei più grandi rimpianti di Will Eisner fu di aver rifiutato la proposta di pubblicare un fumetto su un supereroe ideato da due giovani ebrei di Cleveland.
La storia in effetti dimostrerà che quei due visionari autori avevano inventato uno dei personaggi più longevi e famosi della storia del fumetto.
Stiamo parlando di Superman e di Jerry Siegel e Joe Shuster.
Su di loro si possono leggere molti libri in materia, ma Boys of Steel: The Creators of Superman di Marc Tyler Nobleman con le illustrazioni di Ross Macdonald racconta la loro storia con grande semplicità e con una dose di emotività pionieristica.
Infatti spesso lo studioso dimentica le emozioni, i sentimenti e le vicende umane che hanno motivato la nascita di un’idea. Invece questo libro racconta con una modalità ricca di spontaneità l’origine dell’uomo d’acciaio.
Il libro è dedicato a un target giovane che ha modo di conoscere come questi due ragazzi (oggi li avremo definiti nerd), non frequentassero le classiche attività giovanili, come la squadra di football oppure fossero attratti dalle canzonette dell’epoca. Ma passassero il loro a tempo leggere i pulp magazine e ad emozionarsi per eroi come The Shadow.
Uno, Jerry Siegel, scriveva le storie, l’altro Joe Shuster, le disegnava. Una notte, la leggenda narra, che Jerry ebbe l’idea, corse dall’amico che subito si mise a gettare una serie di bozzetti. Poco tempo dopo si concretizza Superman. E soprattutto un progetto editoriale che all’inizio, proprio come fece Eisner, fu rifiutato da diversi editori dell’epoca.
Sarà la DC Comics nel 1938 ad acquistarne i diritti e anche la proprietà. Così il 30 giugno appare nelle edicole statunitensi il numero 1 della rivista Action Comics.
Il mondo dell’immaginario non sarà più lo stesso? La S sul petto di quell’alieno proveniente da Krypton forse fu un omaggio che gli autori fecero ai loro cognomi: Siegel e Shuster. Oppure a uno dei loro eroi più amati The Savage. Sicuramente tutti riconosciamo quella S, così come il simbolo del pipistrello.
Kal-El, il suo vero nome, significa in ebraico “la voce di D-o” e diversi autori hanno voluto vedere in Mosè la figura biblica che ha ispirato il personaggio; anche se non si può non identificare diverse analogie con Sansone: la superforza, il punto debole, l’assenza di un rapporto famigliare sicuro. Superman ha una seconda famiglia, Sansone nasce sotto il cappello di una volontà divina che gli prospetta già il suo destino, cancellando le naturali aspirazioni dei genitori. La figura paterna è annullata dalla presenza, anche ingombrante, del Creatore.
Questo personaggio è diventato l’icona di una nazione, ma anche un oggetto dell’immaginario collettivo imprescindibile per capire la società occidentale. Su di lui hanno pubblicato, prodotto, ideato di tutto, non esiste settore della nostra società che non sia stato toccato dalla S.
Sotto la camicia di ogni ragazzo per intere generazioni, si è nascosta una calzamaglia, una S. Tant’è che quando è morto, la stampa mondiale lo ha trattato come un essere umano vero, una autorità che meritava il suo coccodrillo. E forse diversamente dal solito non era pronto il coccodrillo (sembrerebbe che tutti i giornali del mondo abbiamo i coccodrilli già pronti di tutte le persone celebri), perché Lui è Superman, l’uomo invincibile.
Una nota finale: in Superman 4 quando il nostro eroe salva l’aereo, entra negli alloggi dei giornalisti e chiede a Lois Lane come sta… non avete pensato: “è tornato”?
Andrea Grilli