…Marek Edelman
Il 2 ottobre a Varsavia si è spento novantenne Marek Edelman, l’unico sopravvissuto dei cinque dirigenti, tutti come lui giovanissimi, dell’Organizzazione Ebraica di Combattimento, che diede vita alla rivolta del ghetto di Varsavia. Edelman era un militante del Bund, e dopo aver guidato la rivolta del ghetto, riuscì a fuggire dal ghetto distrutto. Partecipò all’insurrezione di Varsavia. Dopo il 1945, scelse di restare in Polonia, con una decisione simile a quella di molti ebrei dell’Occidente, ma più anomala in Polonia, soprattutto dopo il 1967, e l’eliminazione dalla vita politica di tutti o quasi gli ebrei. Edelman, da buon militante del Bund contrario alla scelta sionista, continuò a esercitare il suo mestiere di medico cardiologo nell’ospedale di Lodz, dove la reazione dei suoi pazienti impedì al regime comunista di cacciarlo. Nel 1981 fu delegato di Lodz al primo congresso di Solidarnosh. I suoi rapporti con Israele furono complicati e sovente conflittuali. In una sua testimonianza sulla rivolta del ghetto, scrisse con grande anticonformismo parole prive di ogni retorica: “La maggior parte di noi era per l’insurrezione. Dal momento che l’umanità aveva convenuto che era molto più bello morire con le armi alla mano che a mani nude, non ci restava che piegarci a questa convenzione”.
Anna Foa, storica