Sukkòt…
Il primo a costruire delle sukkòt, capanne, è Giacobbe (Genesi, 33;17) dopo il particolare incontro con il gemello Esaù dopo venti anni di separazione. Esaù vorrebbe portarsi dietro Giacobbe il quale rifiuta l’invito dicendo di voler procedere secondo il suo ritmo scandito dal passo dei bambini e della melachah da svolgere, cioè il lavoro da compiere e l’opera che il destino gli ha assegnato. Potrebbe giustificarsi dicendo, a giusta ragione, vado più lentamente perché sono zoppo, ma preferisce non “sfruttare” il dolore che gli è stato inflitto e dire piuttosto, vado lentamente perché ho i bambini, il gregge, non posso andare alla tua velocità. E’ in questo stesso contesto che la Torah definisce Giacobbe shalem, integro e completo. A un fratello che mostra i muscoli che gli dice: “io ho molto…”, Giacobbe, rimasto piccolo, risponde fiero: “io ho tutto….”. E’ con questi messaggi sempre attuali che la Torah ci presenta l’esperienza delle sukkòt.
Roberto Della Rocca, rabbino