“Il network prima di Internet”, in una mostra a Bologna la storia del popolo ebraico e la sua capacità di fare rete
Suggestione, Innovazione, multimedialità. E’ su questi presupposti che aprirà la mostra “Il network prima di internet. Personaggi e documenti, visioni e suoni della modernità ebraica nel tempo”, dal 14 ottobre al 6 gennaio nei locali del Museo Ebraico di Bologna; un evento che celebra i dieci anni d’attività del museo che dal 1999, ha proposto ai suoi visitatori un impostazione metodologica fortemente innovativa rispetto alle altre realtà operanti in Italia, presentando, nella sezione permanente del Museo, un viaggio virtuale bilingue (italiano e inglese) sulla storia del popolo ebraico dalle sue origini fino ai giorni nostri e sulla presenza ebraica a Bologna e in Emilia Romagna dal medioevo all’età contemporanea, un percorso suggestivo che si avvale di sussidi audiovisivi, cd-rom e pannelli esplicativi.
La mostra parla di uomini e d’idee, della capacità nel mondo ebraico di “fare rete”, di riuscire ad aggregare pensieri, concetti e intuizioni in un flusso cognitivo uniforme, spesso anticipando le tendenze della società moderna e contemporanea. Attraverso l’utilizzo della computer grafica si è potuto dar voce a personaggi di epoche storiche diverse riunendoli tutti in un corpus visivo e sonoro sospeso, che prescinda dal regolare scorrere del tempo.
Nella prima delle tre sezioni di sviluppo previste dalla mostra, è possibile fruire di un video multimediale, che presenta personaggi di spicco suddivisi in cinque aree di pertinenza: il medico e filosofo Ovadyah Sforno che apre l’area dedicata alla “comunicazione, socializzazione del sapere, la ricerca senza frontiere del sapere” e insieme a lui Theodor Adorno, filosofo, sociologo e musicologo tedesco, e Herbert Marcuse scrittore e filosofo statunitense di origine tedesca.
Dona Gracia Mendes Nasi insieme a Peggy Guggenheim e Nadine Gordimer, introducono le “figure femminili di successo legate alla difesa dei diritti delle minoranze, alla critica dei modelli esistenti, alla lotta per l’emancipazione femminile”, per poi passare ai “personaggi che hanno dato un contributo di rilievo nella cultura, nella politica e nell’economia del loro paese”, come Bob Dylan, all’anagrafe Robert Allen Zimmerman, che con la sua musica sfidò le convenzioni della musica pop, proponendo un vero e proprio modello di controcultura, e Levi Strauss, un immigrante di origine bavarese, che fece dei suoi pantaloni da lavoro, i jeans, uno dei capi d’abbigliamento più conosciuti al mondo.
Simbolo della area dedicata ai “personaggi che con il loro genio hanno modificato la visione del mondo” è Albert Einstein che fu anche ospite dell’università di Bologna nel 1921, accanto allo scienziato troviamo Sigmund Freud, Rita Levi Montalcini e il pittore Marc Chagall, pioniere del modernismo e uno dei più grandi artisti figurativi del ventesimo secolo, infine per l’area dedicata all’”onesta intellettuale e il contribuito alla letteratura mondiale” troviamo ad aspettarci lo scrittore Giorgio Bassani, il fantascientifico Isaac Asimov e lo smarrito e tormentato Franz Kafka.
La mostra prosegue, nella seconda sezione, presentando le cosiddette “Interviste impossibili”. Attraverso tecniche multimediali verranno proposti dialoghi in chat tra un adolescente e i cinque testimoni sopracitati, creando attraverso l’illusione tecnologica, un senso di comunanza tra mondi lontani nel tempo che normalmente non potrebbero entrare in contatto.
Una terza sezione, dedicata principalmente a studiosi e bibliofili, esporrà una serie di volumi di rara importanza, mai esposti in precedenza. Un insieme di 14 libri e un manoscritto risalenti al XV-XVI secolo, provenienti dalle più importanti biblioteche dell’Emilia Romagna.
L’ebraismo possibile, uno sguardo volto alla contemporaneità, un appuntamento alla scoperta di una cultura, quella ebraica, proiettata sempre più verso le nuove tecnologie senza per questo risultarne schiava.
Michael Calimani