…Gilad Shalit
Dunque Gilad Shalit è vivo. Il ragazzo sembra in condizioni fisiche e mentali normali, forse leggermente più maturo rispetto a quando fu catturato in territorio israeliano di fronte alla striscia di Gaza. I motivi del rilascio del video da parte dei carcerieri proprio ora sono arcani e comunque non vanno analizzati alla luce di una razionalità occidentale che spesso fallisce quando cerca di comprendere la logica politica del mondo musulmano, e di quello palestinese in particolare. La strategia della lotta continua, della tensione permanente, della guerra a oltranza fino all’esaurimento del nemico, non proviene da Israele bensì dalla controparte araba. Parte integrante di questa scelta è la piena consapevolezza della inevitabile non proporzionalità fra i danni subiti rispetto a quelli inflitti agli israeliani. Resta il fatto che l’immagine registrata di Gilad Shalit è stata barattata con la scarcerazione di 20 donne palestinesi, tutte detenute per attività terroristiche. Scambiando l’ordine dei fattori, ecco che il valore della vita di venti combattenti per la libertà della Palestina equivale al valore dell’immagine elettronica di un solo combattente per la libertà di Israele. Anche questa, negoziata e concordata fra le due parti, è proporzionalità.
Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme