…Iran
Le immagini delle forche erette a Teheran, che appaiono oggi su Repubblica, sono agghiaccianti nella loro totale disumanità: tre corpi che oscillano appesi ad una sorta di enormi gru. Ieri, ad una forca come quella è stato appeso un ragazzo di ventun’anni, colpevole di aver ucciso in una rissa un suo coetaneo quando aveva solo diciassette anni, giustiziato nonostante le proteste del Paese e delle Associazioni internazionali. Altri 114 adolescenti attendono in carcere il momento dell’esecuzione. Ma fra poco, non sappiamo quando e ancora speriamo che la mobilitazione del mondo le fermi, saranno impiccati tre oppositori rei di aver manifestato contro le elezioni truccate di Ahmadinejad. Come si svolgano i processi, ce lo diceva ieri su Il Sole la scrittrice Azar Nafisi: confessioni tutte uguali, volti disfatti, stremati dalle torture. Un sistema totalitario che ci ricorda quello staliniano, i processi contro Bucharin, Buio a Mezzogiorno di Arthur Koestler. Ha ragione Emma Bonino: nell’agenda per discutere con l’Iran, oltre al nucleare, ci deve essere anche il rispetto dei diritti umani. E prima di ogni altra cosa, sono i paesi che si proclamano democratici, e che lo sono davvero, a dover abolire la pena di morte: per poter alzare alta la voce di fronte a regimi come questi, senza dover celare i loro scheletri negli armadi.
Anna Foa, storica