Rotschild Boulevard – Le ragioni di un successo

Israele, a differenza dell’Italia, è un paese per giovani. Abbondano le start-up di successo, c’è più meritocrazia, e via dicendo. I giovani israeliani sono bravi e si rimboccano le mani, spesso raggiungono risultati da fare invidia a tutto il mondo, specie in campi come l’alta tecnologia e le scienze biomediche: va bene, tutto vero, però questo lo sapevamo già da un pezzo. Questa volta vorrei concentrarmi su un altro aspetto dell’economia e della ricerca israeliana. Ovvero: se i giovani imprenditori e ricercatori israeliani hanno così tanto successo è anche perché c’è qualcuno che crede in loro. Prendiamo un esempio di questi giorni: Accept Software, una piccola start-up informatica che ha appena annunciato di avere raccolto 17 milioni (di dollari, per la cronaca, manco di shekel) da un discreto numero di investitori. E questo nonostante la crisi economica, che si fa sentire come altrove anche in Israele. Ora, non dubito che i ragazzi di Accept Software siano davvero molto bravi, altrimenti con ogni probabilità non avrebbero ottenuto tutti questi investimenti. Ma il punto è anche un altro. Ovvero: se Israele è anche la Terra Promessa dell’innovazione, non è solamente perché ha ricercatori e ingegneri molto bravi. Evidentemente esiste anche una cultura della ricerca, non solo da parte dello Stato ma anche dei privati. Se si vuole innovare, bisogna rischiare, investire nelle nuove idee e, di conseguenza, nei giovani. Cari imprenditori italiani, prendete appunti. E magari fate un salto a Tel Aviv.

Anna Momigliano