Opinioni – “E’ la difesa di Israele che fa la differenza”
La spiacevole discussione fra Massimo Bassan e Ugo Volli riapre una vecchia polemica (e aggiungo una vecchia ferita) di divisione e spaccatura che immaginavo la storia degli ultimi anni nelle nostre Comunità avesse definitivamente sepolto.
Se si esclude la pacata replica, che non condivido nelle sue posizioni, ma rispetto, di Anna Foa, stiamo parlando della presunzione e arroganza di una certa “borghesia pseudo intellettuale” contro coloro che osano difendere sempre e comunque lo Stato d’Israele.
Se Bassan immaginava di avere il primato di queste esternazioni ne rimarrà deluso. Prima di lui in questi decenni si sono misurati vari personaggi, tra cui Moni Ovadia, che per esempio definì l’intera comunità ebraica romana rozza e ignorante, rea, come Volli, di difendere Israele a prescindere. Devo confessare dopo tanti anni che aveva ragione.
Il sottoscritto come tanti, osava parlare e argomentare tesi pur non avendo dedicato la sua vita agli studi o senza magari esercitare un mestiere che poche affinità aveva con chi poteva pretendere un minimo di credibilità nella sua difesa d’Israele. Dare visibilità a questo tipo di persone (anche se poi da anni esprimono democraticamente il pensiero della maggioranza degli ebrei a Roma e in Italia) era ed è un affronto per chi pretendeva (e pretende ancora) dal canto suo di essere l’unica voce di dissenso sull’operato di questo o quel governo israeliano. Anche se tra questa maggioranza ci sono stati e ci sono tanti che una laurea se la sono presa ed esercitano mestieri che una volta erano privilegio di pochi intellettuali. Magari sono anche dei professori o giornalisti rispettati dai più. Volli, che non ho mai conosciuto, ma ho letto in questi anni per le sue puntuali posizioni in difesa d’Israele, non è romano. E’ laureato ed esercita una mestiere “nobile” (è docente all’Università di Torino).
Ciononostante, al pari di noi rozzi e ignoranti è di disturbo per i salotti buoni di questi pseudointellettuali.
Caro Volli, conosco Bassan e sono certo che non fosse animato da propositi cattivi. E’ persona corretta e intellettualmente onesta. Voglio continuare a credere che ha semplicemente preso un abbaglio. Per questo sono fiducioso che ti farà pervenire quanto prima le sue scuse.
Altri, da anni, non si sono mai pentiti, ma abbiamo deciso di volergli bene lo stesso. Anche se sono convinto che se non ci fosse Israele da detestare ogni giorno, nei salotti “buoni” non li inviterebbero mai e vivrebbero la loro esistenza ebraica nella totale indifferenza. Oramai gli ebrei in ogni parte del mondo non sono più divisi tra datim e hilonim, ortodossi o riformati, di destra o di sinistra. Ma tra chi è al fianco d’Israele e chi no.
E questa polemica ci dà lo spunto e l’opportunità per riflettere su quali basi mettere le fondamenta per l’unità del popolo ebraico, al di là di come ognuno di noi vive il proprio ebraismo.
Riccardo Pacifici, Presidente della Comunità Ebraica di Roma
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Con la lettera del Presidente della Comunità di Roma Riccardo Pacifici, si conclude il ciclo di interventi aperto da Massimo Bassan lo scorso martedì. Il professor Volli e il professor Bassan hanno accettato di approfondire il confronto mediante una corrispondenza privata. Vorrei ringraziare in questa occasione tutti coloro che hanno offerto il proprio contributo. Al di là delle differenze di idee e di prospettive che da sempre costituisce la ricchezza della minoranza ebraica in Italia, sono certo siano emersi elementi di riflessione e di confronto capaci di far scaturire nuove idee, nuove intese e nuove amicizie.
gv