Qui Torino – Marco Levi e le sue ceramiche: la preziosa eredità dell’ebraismo monregalese
Primo passo istituzionale verso l’inaugurazione del museo della ceramica “Vecchia Mondovì” . Un pubblico sorprendentemente folto è convogliato nelle sale barocche dell’Archivio di Stato per assistere alla presentazione dei primi due volumi di una collana di studi dedicata alla produzione di ceramica nella provincia cuneese. Attraverso le parole del nipote Guido Neppi Modona, noto giudice della Corte Costituzionale, e di quelle degli altri relatori intervenuti, è stata ricordata la figura di Marco Levi. Ultimo baluardo dell’ebraismo monregalese, uno dei più antichi e radicati in Piemonte, Marco Levi, deceduto nel 2001, è stato un grande mecenate, strettamente legato alla cultura del suo territorio.
Proprietario della Fabbrica Besio, storica produttrice di ceramiche delle valli cuneesi, “Marco Levi è stato l’anima e la mente – nelle parole di Spantigati, rappresentante della Regione Piemonte, che ha dato il suo patrocinio all’iniziativa – di ‘Vecchia Mondovì’”. Nel 1999 ha infatti deciso di dare vita alla Fondazione Museo della Ceramica con l’idea, caratteristica di tutta la sua lunga attività, che la conservazione di un bene culturale abbia senso solo quando sia finalizzata a metterlo a disposizione di tutti, che la conoscenza vada condivisa. “È con questo intento che Levi ha forgiato l’immagine di una provincia non provincialistica” – continua l’assessore, non chiusa in sé stessa ma rivolta, con la cultura specifica del suo territorio, a tutti.
È dunque grazie ai suoi sforzi se si potrà, nel giro di pochi mesi, inaugurare “Vecchia Mondovì” nello splendido palazzo settecentesco Fauzone di Germagnano di Mondovì Piazza.
Nel frattempo il lavoro della Fondazione ha reso possibili le borse di studio per le ricerche di due giovani autori da cui nascono i volumi presentati oggi, editi da Allemandi: “La ceramica a Mondovì nell’800. Piemonte, Italia, Europa” di Cristiana Fissore, e “Le origini del distretto monregalese della ceramica: 1805-1833” di Cesare Morandini.
Manuel Disegni