grandezza…
La promessa divina ad Abramo è di farlo diventare “un grande popolo” (goi gadol). A parte l’ironia dell’evoluzione linguistica, per cui goi è passato ad indicare qualsiasi popolo diverso da quello ebraico, c’è da chiedersi cosa significhi essere grande. La tentazione è di identificare il concetto di grandezza con la quantità: quanto più numeroso, tanto più grande. I paragoni con le stelle e i granelli di sabbia innumerevoli sembrerebbero confermare questa lettura. Ma tutta la storia ebraica va in direzione opposta, il numero è contato sempre poco. Abramo fa per il figlio svezzato “una grande festa” (mishtè gadol). Rashì commenta che era grande per la qualità degli invitati, non per la quantità degli ospiti o delle portate. Insomma, c’è grandezza e grandezza.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma