Vent’anni dalle Intese – Un modello per la società italiana

“Celebrare la sottoscrizione e il recepimento dell’Intesa ebraica nell’ordinamento giuridico italiano significa anche e soprattutto celebrare la Costituzione repubblicana di cui l’Intesa è attuazione. Se per tutti gli italiani l’entrata in vigore della Costituzione ha comportato il definitivo passaggio del Paese dalla forma monarchica a quella repubblicana, la fine della dittatura e l’approdo alla libertà e alla democrazia, per gli ebrei italiani ha avuto effetti ben più profondi, ha segnato il recupero della libertà, la fine del periodo più tragico della loro storia e la salvezza da quel genocidio scientificamente pianificato e attuato che chiamiamo Shoah”, così il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna, ha iniziato il suo intervento in occasione del Convegno di studi, “Il ventesimo anniversario dell’Intesa ebraica”, organizzato dalla Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) e dalla facoltà di Giurisprudenza del terzo Ateneo di Roma, patrocinato dall’Ucei. Il convegno, come sottolineato più volte dagli intervenuti e in particolare dal professor Carlo Cardia, docente di Diritto ecclesiastico all’Università Roma Tre, che, fra le altre cose, come la maggior parte dei relatori, prese parte vent’anni fa alle trattative che portarono al riconoscimento dell’Intesa, non ha voluto ridursi a una mera analisi giuridica delle norme che regolano i rapporti fra Stato e Comunità ebraiche, ma ha voluto concentrarsi su qualcosa di più ampio. “L’Intesa ha portato al dispiegarsi in Italia di un ampio e sereno pluralismo confessionale, che ci rendeva fieri di trascrivere gli accordi del 1989, ai quali ebbi la fortuna di partecipare” – ha spiegato il professor Cardia. E’ stato proprio il professore di diritto ecclesiastico il moderatore del Convegno, a cui hanno partecipato anche il professor Giorgio Sacerdoti, giurista e presidente del CDEC, Valerio Di Porto, Consigliere dell’Ucei, il professor Paolo Benvenuti, preside della facoltà di Giurisprudenza e il professor Francesco Margiotta Broglio, che ha curato le conclusioni al convegno.
Sono stati ricordati, in più occasioni, i promotori dello storico accordo, fra gli altri Tullia Zevi, presidentessa Ucei all’epoca della firma e il professor Guido Fubini, che in un messaggio, inviato per l’occasione, ha definito l’Intesa come “la conquista dell’indipendenza degli ebrei italiani e la fine del controllo dello Stato, nel rispetto della libertà di culto e delle tradizioni ebraiche”.
Fra il pubblico presenze illustri: il rav Riccardo Di Segni, rabbino capo della Comunità Ebraica di Roma, il giornalista Arrigo Levi, consigliere per le relazioni esterne del Quirinale, l’avvocato Dario Tedeschi, Yael Achiman, giudice della Corte di Tel Aviv, l’ingegnere Bruno Orvieto, presidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici. Molti di loro hanno preso parte alla tavola rotonda, che ha fatto seguito al convegno, dal titolo “Libertà religiosa e laicità dello stato: essere ebrei oggi”.

Valerio Mieli