…tedeschi

Su questa pagina Anna Foa ha già notato il doppio significato della data del 9 novembre, la notte dei cristalli e la caduta del muro di Berlino. Vorrei aggiungere una postilla sull’atteggiamento dei tedeschi nei confronti delle lezioni della storia. Non credo ci sia oggi una città in Europa dove più di Berlino il tragico passato venga rammentato in modo altrettanto esplicito nel tessuto urbano. Il grande Memoriale della Shoah, il cui impianto architettonico forse non è riuscito gradito a molti, occupa senza dubbio uno spazio pubblico strategico come in nessun altra città europea. La storia degli ebrei è divenuta parte integrante del quotidiano attraverso numerosi altri monumenti, memoriali, musei, punti di interesse segnalati. E la Shoah non viene derubricata a ingrediente della retorica dell’antifascismo, come si è cercato di fare altrove, ma viene mantenuta come fatto degno di memoria in quanto tale. Mentre va evitato con cautela il rischio di generalizzazioni semplicistiche, e senza dimenticare che le pubbliche apparenze non sempre rappresentano la sottostante opinione della gente, è forse possibile dare atto alla Germania di oggi di avere meglio di altri paesi europei tentato di darsi conto della propria storia e di avere meno di altri tentato di nascondere le proprie responsabilità o di attribuirle ad altri.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme