…Goldstone

In mezzo a quell’accozzaglia di regimi dittatoriali e calpestatori dei diritti umani che hanno votato a favore della mozione dell’ONU sul rapporto Goldstone – un documento mal concepito e squilibrato nelle sue accuse nei confronti di Israele – spiccano, o forse stonano, tre paesi democratici, tutti e tre confinanti con l’Italia che, ricordiamolo, ha invece correttamente e onestamente votato contro. Il primo Paese è la Svizzera. Nel prendere una posizione decisamente unilaterale a differenza della maggioranza dei Paesi dell’Unione Europea che si sono prudentemente astenuti, la Confederazione sembra essersi dimenticata della sua storica tradizione di neutralità e affidabilità internazionale nel campo dei diritti umani, della mediazione politica e del fiduciariato economico. Privata della sua ben nota unicità internazionale, la Svizzera diventerebbe un piccolo bel paese in cui, essenzialmente, si può andare a sciare. Esattamente come nel secondo paese, la Slovenia. Col suo voto, l’ex-repubblica jugoslava sembra essersi dimenticata di essere uno degli stati successori maggiormente coinvolti nella rude appropriazione di terre e città con una forte presenza demografica e culturale italiana, attuata da Tito nel dopoguerra con ben scarsa considerazione o memoria delle centinaia di migliaia di profughi giuliani e dalmati che se ne dovettero andare senza ricevere alcun indennizzo. E infine c’è San Marino, altra bella località turistica, uno stato che evidentemente ha una politica estera antitetica rispetto a quella dell’Italia. Ruggiti di topolino, si potrebbe dire rammentando un vecchio film. Ma può darsi che le ragioni del voto di questi tre Paesi vicini siano più serie e riconducibili alla dilagante cupidigia nei confronti del denaro petroislamico, e al servilismo politico che ne deriva.

Sergio Della Pergola, Università Ebraica di Gerusalemme